La frutta secca è finita più volte sul banco degli imputati, accusata da nutrizionisti e dietologi di essere piena di grassi e di dare uno sproposito di calorie.

Relegata dai corridori nella lista dei cibi “cattivi”, noci e affini negli ultimi anni si sono ripresi una meritata rivincita. Molteplici studi hanno infatti dimostrato che non tutti i grassi fanno male, anzi ce ne sono di “buoni” (quelli cosiddetti insaturi), capaci addirittura di abbassare il colesterolo e proteggere il cuore da parecchi guai. E i grassi della frutta a guscio sono proprio di questo tipo.

I fattori antiossidanti della frutta secca

Non solo. Studiando da vicino i diversi tipi di frutta secca, si è visto che oltre ai grassi buoni contengono quantità significative di fattori antiossidanti e sono una vera miniera di minerali e vitamine.

Insomma: dalle stalle alle stelle. Al punto che la prestigiosa Non solo. Studiando da vicino i diversi tipi di frutta secca, si è visto che oltre ai grassi buoni, l’ente americano che controlla e valuta gli alimenti, ha lanciato una campagna per il consumo della frutta a guscio, affermando che una manciata ogni giorno può ridurre il rischio di malattie cardiocircolatorie.

L'effetto antinfiammatorio della frutta secca

Tra l’altro, oltre ad abbassare il colesterolo nocivo LDL, i grassi insaturi risultano importanti per i runner per un altro motivo: esercitano un diffuso effetto antinfiammatorio e possono aiutare a riparare i piccoli traumi muscolari che creano infiammazione.

Attenzione però: non tutta la frutta a guscio è sana allo stesso modo modo. Gli scienziati americani indicano che con alcuni tipi ci vuole un po’ di attenzione: noci del Brasile, macadamia e anacardi, per esempio, contengono livelli relativamente alti di grassi saturi che col tempo possono favorire l’aterosclerosi.