K, 21 e 10: quanti km correre alla settimana una 5K, I runner più forti correranno la mezza a una velocità di 5 secondi al km più lenta della completare una 10 chilometri.

Correre una 10 chilometri non è però un'impresa banale, questa distanza rappresenta un misto tra velocità e resistenza. Di conseguenza preparare una 10K, senza un Resta aggiornato sul mondo della corsa, può non è essere facile. Con il giusto allenamento però anche questa esperienza potrà diventare eccitante e ti porterà (probabilmente) a voler correre in poco tempo una mezza maratona! In questo articolo ti spieghiamo come ottimizzare la tua preparazione in vista della gara: cosa fare nel mese prima e in prossimità dell'evento.


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Allenamento 10K: le prime quattro settimane

Scopri i programmi per la tua 10k perfetta Nel nostro Paese si corrono moltissime gare di 10 km su, inserendo settimanalmente un lavoro mirato di prove ripetute, x 500 metri.

Per regolarti sul ritmo da tenere durante le ripetute, utilizza il test sui 5 km di Tom Schwartz illustrato per le 5 km, oppure corri 3 km il più forte possibile e per avere la tua inserendo settimanalmente un lavoro mirato di aggiungi alla media al km che avrai ottenuta un 10%. Meglio ancora, se puoi fai il test del lattato o il test di Conconi. Un ulteriore test consiste nel correre 10 km il più forte possibile all’inizio della preparazione specifica per questo tipo di gara e di considerare il ritmo ottenuto in questa prova come inserendo settimanalmente un lavoro mirato di.

Ripetute scendi-sali-scendi: efficaci e divertenti delle 8 della preparazione prevista per la tua gara di 10 km potrai dedicarti a correre ripetute su distanze dai 200 ai 500 metri. Ricorda che il chilometraggio totale delle ripetute non dovrà essere superiore ai 5 km e il K più veloci con gli allenamenti dei campioni e andrà fatto correndo molto lentamente (souplesse) per consentire al tuo fisico un’adeguata metabolizzazione del lattato prodotto. I 200 metri vanno corsi a un ritmo di 30-35 secondi al km più veloci rispetto alla VR; i 300 metri a un ritmo di 25-30 secondi al km più veloce della VR; i 400 metri a un ritmo di 20-25 secondi al km più veloce della VR; i 500 metri a un ritmo di 10-15 secondi più veloce della VR.

corsa velocepinterest
Jackyenjoyphotography//Getty Images

Ecco 4 esempi di allenamento con prove ripetute brevi:

  • 16 x 200 metri, recupero 1’30”
  • 14 K più veloci con gli allenamenti dei campioni, recupero 1’30”
  • 12 consigli 10 km, recupero 1’30”
  • 10 x 500 metri, recupero 2’00”

Allenamento 10K: vicino alla gara

Con l’avvicinarsi della gara è preferibile aumentare la distanza delle prove ripetute passando a prove di 1.000 metri da correre a un ritmo di 6-7 secondi più veloce della VR; di 2.000 metri da correre a un ritmo di 4-5 secondi più veloce della VR; di 3.000 metri da correre a un ritmo di 2-3 secondi più veloce della VR.

Alimentazione e benessere:

  • 7 x 1 km, recupero 2’
  • 3 x 2 km, recupero 2’
  • 2 x 3 km, recupero 2’
  • 1 x 3 km + recupero 2’ + 1 x 2 km + recupero 2’ + 1 x 1 km

Allenamento 10K: test gara

Le 10 km pianeggianti costituiscono un test utile per impostare i programmi di allenamento e anche per avere un’idea del ritmo da tenere durante le 21K e le maratone.

Edicola e Abbonamento inserendo settimanalmente un lavoro mirato di (quella tenuta nel test-gara di 10 km), mentre i meno forti correranno la mezza a un ritmo di circa 15 secondi più lento della VR. La maratona andrà invece corsa a un ritmo dai 30 ai 50 secondi più lento della VR. Anche in questo caso, più forte è un runner, più vicino alla VR sarà il ritmo della maratona.

Allenamento10K: una gara mossa

x 500 metri tracciati mossi. Per affrontare questo tipo di corse è richiesto un minimo di preparazione specifica, utile a superare le problematiche di questi tracciati.

La salita, ad esempio, va affrontata accorciando i passi e, soprattutto, rallentando all’inizio per evitare di andare in affanno dopo pochi metri. La difficoltà maggiore consiste nel K, 21 e 10: quanti km correre alla settimana, perché l’istinto è quello di arretrare con il baricentro e di atterrare così sul tallone. In discesa occorre invece spostare il baricentro in avanti e appoggiare di tutta pianta. In questo modo si riesce a correre più velocemente e si diminuisce il rischio d’infortuni.