e respiratoria nei due diversi casi trovando differenti risultati lavoro di ripetute in pista l’allenatore mi obbligò a stare fermo in piedi con le mani sulla testa. Il mio errore era stato quello di chinarmi e mettere le mani sulle ginocchia.
Ricordo di aver ubbidito e di essermi subito sentito peggio che da piegato. Quasi 30anni dopo, gli studi hanno confermano le mie sensazioni. I ricercatori della WesternWashington University hanno chiesto a 20 calciatrici di correre delle prove di quattro minuti a ritmo sostenuto su un tapis roulant, recuperando tre minuti tra una e l’altra con le mani sulle ginocchia o sulla testa. Alimentazione e benessere frequenza cardiaca Come passare dalla mezza alla maratona...
Mani sulle ginocchia
Pubblicità - Continua a leggere di seguito posizione con le mani sulle ginocchia si rivela migliore del metodo delle mani sulla testa per molte variabili chiave. Dico “suggerire”, perché lo studio non ha misurato direttamente le prestazioni, ma ha utilizzato dei parametri fisiologici per dedurre se gli atleti si fossero ripresi meglio.
Ad esempio, i ricercatori hanno misurato il recupero della frequenza cardiaca – il grado in cui questa diminuisce nel primo minuto dopo ogni prova di corsa – e hanno scoperto che con le mani sulle ginocchia scendeva di 53 battiti, rispetto ai 31 di quando si era in piedi con le mani sulla testa. Hanno anche misurato il volume tidalico – la quantità di aria inalata ad ogni respiro – e anche questo valore era migliore con le mani sulle ginocchia, di circa il 10%.
Alimentazione e benessere Direttore Responsabile Rosario Palazzolo. Ma c’è anche dell’altro dietro questi risultati. Portare la testa all’altezza del cuore può aiutare a regolare la pressione sanguigna, perché il cuore non deve più pompare contro gravità.
riprenderebbero meglio recuperando con le mani sulle ginocchià
in una posizione più efficace rispetto a quando siamo dritti, specie se mettiamole mani sulla testa, perché questo allunga il torace e i muscoli addominali, impedendo loro di contribuire in modo efficace alla respirazione. L’approccio “mani sulle ginocchia” fa ruotare internamente la gabbia toracica e ottimizza il funzionamento del diaframma.
Mettiti alla prova: autoregolazione
C’è poi la percezione. Ti sei mai sentito stordito per esserti rialzato troppo inf retta, capendo che la cosa migliore da fare era sederti o accovacciarti? Era il fisico alle prese con la sfida della pressione sanguigna.
Il punto è che il corpo è bravo a regolare la propria fisiologia. Ed è per questo che la nostra reazione istintiva quando ci sentiamo stanchi e a corto di fiato è spesso quella di piegarci. E se questo ci fa stare meglio, è positivo anche in termini di prestazioni.