Vi siete mai resi conto che mentre vi allenate e anche durante la gara parlate con voi stessi? Non sentite in testa una vocina che vi dice delle cose? Questo dialogo interiore può impattare in modo positivo sulla vostra prestazione o, al contrario, togliervi mordente.

Durante un campionato italiano, a 200 metri dal traguardo ricordo nitidamente come la mia mente mi diede una sferzata potente: "Stai attaccata, ci sei, dai tutto nella volata finale!". Avevo vent’anni e quel giorno per la prima volta acquisii piena consapevolezza del mio dialogo interno e anche di quanto mi avesse sostenuto nel momento decisivo della gara.

Guidare la mente

Gli individui possono imparare ad acquisire la capacità di esaminare il proprio pensiero spontaneo, le relative emozioni e se è utile o meno sostituirlo con uno più funzionale al raggiungimento dei loro obiettivi. Secondo Beck, il dialogo interno positivo consiste in brevi frasi e incoraggiamenti o parole chiave che l’atleta ripete a se stesso, mentalmente o ad alta voce, con l’obiettivo di darsi uno stimolo positivo o sostituire eventuali pensieri negativi.

Molti di noi hanno pensieri negativi che li allontanano dal raggiungimento degli obiettivi. Ad esempio, mentre vi state scaldando per la gara più importante dell’anno, è utile pensare all’unico allenamento andato male durante la settimana?

A volte, in prossimità della gara, i pensieri negativi sono legati ad agenti esterni, come il maltempo. Molti atleti bruciano tante energie nel pensare a cose che non possono controllare, mentre sarebbe più utile cercare di gestirle al meglio, ponendo l’attenzione su ciò che è funzionale fare. A questo punto potremmo chiederci, per esempio, come è utile modificare la strategia di gara se tira vento o piove. Tra l’altro non dobbiamo dimenticare che tali agenti esterni impattano in modo identico anche sugli avversari.

Imparare a non farsi distrarre e condizionare da tutto ciò, riuscire a tenere la mente sugli elementi importanti da gestire per la prestazione, fa la differenza. Rispetto a questo, c’è una bella notizia: noi e solo noi possiamo scegliere quali pensieri ascoltare e anche quali, una volta riconosciuti come disfunzionali, far uscire dalla nostra mente, ma solo dopo averli visualizzati e riconosciuti.

Si chiama consapevolezza. Il modo in cui gestiamo mentalmente le situazioni fa la differenza, sempre, e per fare questo al meglio vi propongo una tecnica molto efficace.

La tecnica del benvenuto

Quella del benvenuto è una tecnica molto utile per gestire i pensieri negativi. La possiamo sintetizzare in cinque punti.

1. Valori e principi dei nostri contenuti.

Come si riconoscono i pensieri negativi? Semplicemente rispondendo alla domanda: è utile per la mia prestazione pensare a questa cosa?

2. Pubblicità - Continua a leggere di seguito del pensiero negativo, e lo facciamo toccandoci una parte del corpo. Il gesto è utile per aiutarci a generare la risposta emotiva e mentale desiderata.

3. Guardiamo il pensiero negativo e gli diamo il benvenuto. Questa fase è molto utile perché ci porta a riconoscerlo e al contempo a “non ascoltarlo”. Nel momento in cui lo abbiamo riconosciuto come pensiero negativo, significa che abbiamo deciso che non ci è utile, quindi lo lasceremo andare senza dedicargli attenzione.

4. Edicola e Abbonamento, Personaggi e atleti.

5. La miglior strategia mentale per correre. Cosa è più funzionale pensare in quel momento? Ad esempio, prima della gara riconosco il pensiero negativo di non essermi allenato bene nella settimana precedente; mi tocco una parte del corpo, gli do il benvenuto, lo lascio andare e porto la mente su un pensiero utile, come ad esempio il fatto che in gara ho deciso che partirò forte e rimarrò agganciato/a ai primi.

Ritorno al punto numero 1: è utile in quel momento pensare che la settimana prima non vi siete allenati al meglio?