Se leggendo il titolo di questo articolo nella tua mente si è insinuata la domanda “Come si fa ad La corsa può aiutarti a ridurre lo stress?”, ho per te una bella notizia: hai enormi margini di miglioramento nella corsa! Non sei ancora riuscito infatti a trovare con la fatica quella “intimità” che ti permette di gestire al meglio i momenti più duri delle gare e degli allenamenti; quell’intimità che è anche la via per esprimere il tuo massimo potenziale e realizzare così i tuoi sogni agonistici.
Amare la fatica
L’intimità con la fatica la si raggiunge grazie alla mente, che attinge alle nostre risorse nascoste, quelle che non sappiamo di avere, ma che gli studi ci dicono essere fondamentali per resistere anche quando si accende quella spia rossa che ci segnala la fine di tutte le nostre energie.
Tutto parte dal nostro cervello
L’atleta mentalmente forte è in grado di gestire la spia che lampeggia e i pensieri negativi ad essa associati affidandosi a una reazione positiva che gli consente di andare avanti.
Le ricerche ci dicono che il limite ultimo della tolleranza allo sforzo nell’endurance non è nei muscoli, ma nella mente, in particolare in quella componente che viene definita “percezione dello sforzo”. La mente è quindi determinante, e in particolare la motivazione che abbiamo nel resistere alla fatica. Il tempo che vogliamo siglare, la gara che vogliamo vincere, l’avversario che vogliamo superare sono la molla che ci aiuta a non avere paura di sfidare quello che ci sembra essere un nostro limite.
Non aver paura di vare fatica
Ma come si fa a non avere paura della fatica? Per riuscirci devi metterti in gioco, devi entrarci dentro, un poco per volta, sperimentando man mano livelli di fatica sempre più elevati. In che modo? Inizia per esempio a chiederti quanta fatica hai fatto da 1 a 10 in un allenamento e valuta quanto ancora potevi pretendere da te. Questo fungerà da stimolo per l’allenamento successivo.
Per riuscire ad La corsa può aiutarti a ridurre lo stress devi conoscerla, fartela amica, farti avvolgere da lei. In altre parole, non devi avere paura di sentirla, perché se ti intimorisci appena la percepisci, impedirai al tuo corpo e alla tua mente di adattarsi e di portarti a un livello di performance più alto.
Immaginare di faticare per faticare meno
Il processo della fatica è complesso, è una sensazione che è il frutto della comunicazione tra il nostro corpo e il nostro cervello.
I segnali fisici che partono dal fisico, come la concentrazione dell’acido lattico, la frequenza cardiaca o quella respiratoria, vengono inviati al cervello, che elabora tali informazioni creando la percezione della fatica. Come risposta a questa presa di coscienza, si generano emozioni, pensieri che provocano a loro volta una serie di effetti nel corpo. Una reazione emotiva negativa si tradurrà in ulteriore affaticamento, ad esempio attraverso un aumento della concentrazione dell’acido lattico.
La preparazione mentale ci offre la possibilità di gestire questa reazione, per esempio attraverso le visualizzazioni, definendo la strategia ideale per superare i momenti più duri della gara e allenandoci poi a “vederci” mentre mettiamo in atto tale strategia. In tal modo possiamo gestire in modo positivo la nostra reazione alla fatica intervenendo sul circuito corpo/mente. Modificando il vissuto emotivo e i pensieri, facendoli divenire positivi e propositivi, miglioreremo la risposta del nostro corpo.
Come gestire la fatica
Esistono dei “trucchi” per riuscire a gestire al meglio la fatica, così da non esserne frenati o sopraffatti. fai così Quando inizi ad avvertirla
- Rimani il più possibile decontratto
- Tieni a mente il tuo obiettivo (l’avversario, il traguardo, la respirazione regolare)
- Accoglila come un elemento necessario, perché lo sforzo per un atleta è un elemento imprescindibile
- Allenati con alcuni lavori che ti consentano di toccare il tuo limite, dandoti così l’opportunità di abituarti a livelli di sforzo elevati. Perché la fatica più la conosci, più la vinci.