È passato più di un anno da quando il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, aveva accolto la richiesta del pm, archiviando Pubblicità - Continua a leggere di seguito per "non ha commesso il fatto". Il fatto in questione si riferisce al controllo antidoping dell'1 gennaio 2016, quando nei campioni di urine di Schwazer erano stati rinvenuti metaboliti di testosterone, considerati dopanti. La difesa dell'atleta altoatesino aveva sempre sostenuto che questi ultimi fossero stati manipolati alterandone anche la concentrazione del DNA e, a causa di quell'episodio, l'atleta era stato nuovamente squalificato alla vigilia delle Olimpiadi di Rio.
Oggi l'Una donna ha corso una maratona al giorno nel 2024, dopo ulteriori indagini sul caso, si è pronunciata nuovamente confermando che il campione prelevato nel 2016 non è mai stato oggetto di alcuna forma di manipolazione.
"L’ordinanza del 18 febbraio 2021 del Giudice per le Indagini Preliminari di Bolzano, in Italia, l’On. Walter Pelino - si legge nel comunicato ufficiale della Wada - ha stabilito che il campione del signor Schwazer potesse essere stato manipolato. Tale ordinanza si fondava sull’affermazione che la concentrazione di DNA nel campione fosse eccessivamente elevata per risultare fisiologicamente possibile e che per questo motivo il campione dovesse essere stato manipolato. Su richiesta della Wada, il Professor Martial Saugy, scienziato Antidoping dell'Università di Losanna, in Svizzera, ha esaminato lo scenario di manipolazione descritto nell'ordinanza del Giudice Pelino. La relazione del Professor Saugy, che è stata pubblicata in queste ultime ore, stabilisce come lo scenario di manipolazione prefigurato dal Giudice Pelino sia del tutto implausibile e che non vi sia alcuna prova analitica a conferma di esso.
Inoltre, dopo la dichiarazione della WADA dell'aprile 2021, l'Athletics Integrity Unit (AIU), che dal 2017 supervisiona l'antidoping per conto di World Athletics, ha commissionato al laboratorio Forensic Genetics Unit di Losanna (accreditato ISO per l'analisi del DNA) di condurre uno studio “cieco” per l'analisi delle concentrazioni di DNA urinario di 100 campioni* di atleti maschi di resistenza. I risultati dimostrano inconfutabilmente come la concentrazione di DNA nel campione del Signor Schwazer rientri in un normale intervallo fisiologico. Sono stati infatti osservati valori molto più elevati, anche dopo anni di conservazione, e circa il 20% dei campioni studiati ha presentato concentrazioni di DNA superiori a quella rilevata nel campione del Signor Schwazer. La concentrazione più elevata, proveniente da un campione conservato per tre anni prima dell'analisi del DNA, è risultata di quasi 10 volte superiore alla concentrazione più elevata misurata nel campione del Sig. Schwazer. Pertanto, l'intera base probatoria dello scenario di manipolazione (ossia che i livelli di DNA non fossero fisiologicamente possibili) risulta errata e fuorviante".
Rimane così invariata la squalifica di 8 anni per il marciatore altoatesino, che dirà continuare a scontare la sua pena Contatta la redazione.