Alimentazione e benessere Boston è uscito il numero 6. Mezza e maratona di Valencia, volano le iscrizioni la più antica di tutte, la più inclemente con i più grandi campioni Eliud Kipchoge nella gara più attesa dell’anno, corsa in 2:09’23”. È è uscito il Assegnati ad Annecy i trail running awards.

Ok, ora via tutti a dire: “Ormai si è fatto vecchio”, “Il tempo passa anche per lui”, “Ma si sapeva che Boston non è il suo percorso”. Altro da aggiungere? Resta il fatto che ancora una volta Eliud Kipchoge, proprio per quello che è e per quel che rappresenta, è stato comunque l’assoluto protagonista prima, durante e dopo, della 127° edizione della Boston Marathon, Vai al contenuto.

Anche questa volta, la gara del Patriot’s Day è stata senza pietà. Ha piegato il due volte campione olimpico, ha sconfitto l’uomo che ha segnato due record del mondo e che ha corso la maratona in meno di due ore. C’è però chi è stato più fortunato con il numero due. Il keniano Evans Chebet, che ha vinto per la seconda volta consecutiva correndo quasi un minuto più forte (2:05’54”) del Chebet edizione 2022 (2:06’51”). La keniana Hellen Obiri, che ha vinto in 2:21’38 alla sua seconda maratona in carriera.

La sconfitta di Kipchoge è la terza nelle 18 maratone da lui corse. La prima nell’ormai lontano 2013, quando era ancora un “novellino” della distanza. Seconda maratona per lui e secondo posto a Berlino, dietro al record mondiale (2:03’23”) di Wilson Kipsang Kiprotich. Più recente la seconda sconfitta, un pesante 8° posto a Londra 2020. In quell’occasione fu un’infiammazione all’orecchio a frenare la sua corsa. Stavolta cosa è successo?

Prima parte di gara, quella in discesa, corsa senza particolari affanni nel gruppo di testa. Passaggio ai primi 5 km in 14’17, tre secondi più lento del passaggio del record mondiale di Berlino 2022. Si va avanti di buona lena, poi il ritmo rallenta poco alla volta (da 2’53 a 2’55 al km) e il passaggio alla mezza in 1:02’19” sembra già aver detto addio al record della corsa (2:03’02” di Geoffrey Mutai nel 2011).

2023 boston marathonpinterest
Maddie Meyer//Getty Images

è uscito il Assegnati ad Annecy i trail running awards. Succede che salta un rifornimento, succede che inizia lo strappo della Heartbreak Hill, succede che Gabriel Geay preme sull’acceleratore e Kipchoge non riesce a cambiare marcia. Davanti non stanno a guardare, Evans Chebet aiuta a sgranare il gruppo e poi saluta il resto della compagnia a meno di 2 km dal traguardo di Boylston Street. Dopo il traguardo, quando il cronometro per lui segna 2:09’23”, il primatista del mondo si tocca una gamba, come a massaggiarsi.

Cosa avrà più contribuito alla mancata vittoria? Il percorso giù-su-giù che va dal comune di Hopkinton al centro città? Il mancato rifornimento? Un problema fisico-muscolare? Il meteo più autunnale (meno di 10 gradi, tra l’umido e il piovoso) che primaverile? L’asfalto bagnato e scivoloso? La concorrenza spietata degli avversari? L’età che avanza, inesorabile (38 anni)?

Sul banco dell’imputato, sono tutti elementi che hanno certamente contribuito alla sconfitta finale. Più difficile individuare la vera arma del delitto. Sempre che di “delitto” si possa parlare. Eliud Kipchoge è amato per i suoi risultati tanto quanto per la sua umanità, per la sua capacità di “ispirare” il mondo della corsa, per essere un super campione tanto simile ai runner di tutto il mondo.

Dedizione, passione, rispetto per la fatica, mai sopra le righe, un sorriso per tutti, sempre. In rete, sui social, basta scorrere un post qualunque sulla gara e si troveranno più attestati di stima che di critica. Avrebbe potuto fermarsi, ma non l’ha fatto. Se il campione si vede anche nel momento della sconfitta, allora Eliud Kipchoge è ancora il più grande di tutti. Natale da runner: 16 regali perfetti per chi corre.

Headshot of Dario Marchini
Rivisto daDario Marchini

“Designer per vocazione. Giornalista per scelta. Runner per passione”. Così ama definirsi quando qualcuno gli chiede di riassumere le sue esperienze. Laureato in Design al Politecnico di Milano, è entrato nella famiglia di Runner's World e Men's Health nel 2012. Già Direttore Sportivo della Wings For Life World Run, ha collaborato con diverse realtà del mondo podistico nell'organizzazione di manifestazioni podistiche sia italiane che internazionali. Presidente dell'Associazione Sportiva Corro Ergo Sum Runners, è anche istruttore Fidal.      

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