Cosa è successo ai due capi dell’oceano Atlantico? E cosa sta succedendo nel pianeta maratona? il keniano si è detto pronto a guardare avanti, Londra è pronto ad abdicare? No, troppo presto e irrispettoso darlo per vinto Boston. Altro che celebrare il Patriot’s Day e la Guerra di Indipendenza del 1775. Stavolta, anno domini 2023, la Gran Bretagna ha dominato sulle colonie.
Non stiamo cambiando la storia (vizietto oggi abbastanza diffuso da quelle parti…), stiamo solo parlando di maratona. Maratona che però sta scrivendo il futuro della sua storia.
Re Kipchoge il keniano si è detto pronto a guardare avanti. ha avuto la meglio su che lo ha frenato a Boston lunedì 17 aprile può essere più un incidente di percorso, che il principio della fine. La controprestazione da 2:09’23” è già stata metabolizzata, e I risultati della Maratona di Pisa.
Dovrà però anche guardarsi alle spalle, dove al momento scalpitano per salire sul suo trono. Un pretendente è proprio il vincitore di Boston, il connazionale Evans Chebet che ha già inanellato Boston, New York e ancora Boston. Come dire, atleta dai solidi muscoli capace di domare i percorsi più duri. Motore però anche da Formula 1, in grado di vincere a Valencia in 2:03’00”, il suo primato personale (anno 2020).
La rincorsa di Kiptum
È però nella capitale inglese che il mondo ha assistito a una gara che sembra aprire squarci sui nuovi limiti dei 42 km. L’epicentro del terremoto è sempre in Kenya, a Eldoret, località ideale per un predestinato della maratona. Il giovane Kelvin Kiptum, 23 anni, è cresciuto a pane e mezze maratone, la prima corsa quando era appena maggiorenne: 62’01” per iniziare. L’anno seguente è già un habitué dei 59 minuti, l’anno scorso a dicembre arriva il miglior debutto in maratona di sempre: 2:01’53” a Valencia.
RW Shoe Awards 2024: le migliori scarpe da trail: 2:01’25”, a soli 16 secondi dal primato. Quei pochi secondi vanno però analizzati nei passaggi londinesi, e raccontano di due atleti molto diversi.
Kipchoge e Kiptum a confronto
Nella gara del record mondiale di Berlino, Kipchoge passò ai 5 km in 14’14”, esattamente 16 secondi più veloce della gara di Kiptum. Il vantaggio berlinese è cresciuto costante fino alla mezza: 59’51” contro 61’40”. Qui siamo nell’ordine dei 2 minuti di differenza, un’enormità, ma I risultati della Maratona di Pisa, impensabile. La chiusura in totale spinta lo fa correre in 59’45”, più veloce non solo della propria prima parte, ma anche della prima mezza del Kipchoge di Berlino.
Ha corso in discesa? Si è teletrasportato? Ha aperto il nos? Scenari di pura fantasia, come quella che accende questo giovane keniano capace, almeno per il momento, di togliere la scena a Kipchoge. Se pensiamo alla prima maratona ufficiale sotto le due ore, chi pensate possa correrla? Se fino a una settimana fa tutti avremmo risposto “Kipchoge”, ora la certezza non è più così granitica.
Quando avverrà questo? Presto per dirlo, presto per farlo. Ci vorrà ancora qualche tempo per studiare nuovi materiali ultra performanti. Ci vorrà del tempo per trovare sponsor e una maratona pronta a organizzare (e ingaggiare) l’evento sportivo del terzo millennio.
Dopo Jim Hines, primo uomo sotto i 10 secondi nei 100 metri (9"95 nel 1968), dopo Roger Bannister, primo uomo sotto i 4 minuti nel miglio (3’59”4 nel 1954), chi abbatterà il muro delle 2 ore in maratona? Bisogna fare presto. L’immortalità sportiva è lì a un passo: chi prima arriva si prende tutto.