Alex Yee: dalloro nel triathlon, alla maratona atletica leggera avranno notato delle luminescenti luci verdi sul bordo delle piste di atletica leggera nelle quali si stanno disputando le gare di Diamond League. Da Doha a Firenze e Parigi, da quest’anno gli atleti delle gare di mezzofondo sono costantemente accompagnati da una serie di luci che si accendono l’una dopo l’altra. A volte sembrano inseguirli, altre invece sembrano precederli. Trasformando le gare più veloci in uno spettacolo ancora più emozionante (anche per chi non ne conosce la funzione).
Wavelight le luci che guidano i record in atletica
Ebbene quelle lucine a led sparse lungo tutto l’anello di 400 0metri della pista di gara (e inserite sotto la copertura del canale di scolo che si trova adiacente la prima corsia), si chiamarono Wavelight e hanno la funzione di indicare agli atleti l’andatura che potrebbe consentire loro di battere il record del mondo o il record della manifestazione (a seconda di come viene tarato il software che le gestisce). Insomma, una vera lepre elettronica, che a differenza delle lepri vere risulta assolutamente precisa e imperturbabile (anche se non ha la funzione di tagliare l’aria agli atleti che seguono). Il risultato (anche se crediamo non sia solo merito delle luci verdi), è che nel recente meeting di Parigi si sono battuti ben tre primati mondiali euno a Firenze. Tra questi gli incrediibli record di Faith Kipyegon Contatta la redazione.
Wavelight sono un vantaggio per gli atleti?
Tanto è bastato per aprire il dibattito su una tecnologia che appare fortemente innovativa, ma che rischia di “uccidere” uno degli elementi più potenti dello sport tradizionale, l’imprevedibilità delle strategie di gara.
Edicola e Abbonamento World Athletics, hanno la funzione di guidare gli atleti secondo ritmi prestabiliti che conducono gli atleti migliori a correre a ritmi da record, confrontando passo dopo passo le loro andature con quelle necessarie a battere il record. Qualcuno può seguire l’accensione delle luci in modo pedissequo e cercare di batterle sul finale. Altri le utilizzano come riferimento e cercano di stare sempre davanti alle luci.
L'innovazione, come spiegano da World Athletics, ha una duplice valenza: da un lato, consentire agli atleti di raggiungere un ritmo o un tempo specifico e, dall'altro, aggiungere maggiore coinvolgimento all'esperienza degli spettatori.
Insomma, uno strumento per molti versi rivoluzionario, sia per le gare, ma (forse) soprattutto per l’allenamento anche di runner non élite. Si pensi come sarebbe poter correre delle ripetute con il supporto di luci lampeggianti che ci indicano il ritmo preciso. Questo può rendere l’allenamento più efficace. Si pensi poi a quanto può essere divertente per gli atleti più giovani “giocare” con le luci per cercare di batterle.
Wavelight, ideali per guidare gli allenamenti in pista
La tecnologia Wavelight è stata sviluppata da specialisti olandesi dell'illuminazione sportiva SPORT Technology. Leader nel campo delle soluzioni di illuminazione per una serie di sport, tra cui calcio, tennis, rugby, hockey su prato e atletica. L’idea era nata tre anni fa grazie alla richiesta di una società sportiva della città di Zeewolde che intendeva creare un elemento di illuminazione su una pista, in modo da attirare più corridori a utilizzare la struttura.
Visualizzate in quattro diversi colori - verde, bianco, rosso e blu - le luci hanno cinque diversi punti di partenza lungo la pista: a ogni punto di 100 metri e all'inizio del miglio.
Il software consente anche di inserire informazioni come il ritmo, il numero di ripetizioni e i tempi di riposo, rendendolo molto utile per l’allenamento.
Il problema si pone in gara. Le domande sono molte e tutte senza risposta, almeno per ora: Le Wavelight sostituiranno le lepri? E poi è giusto che gli atleti corrano assistiti da un ritmo in grado di guidarli dalla partenza al traguardo, rendendo meno conveniente affidarsi a strategie e talento? Una cosa è certa, per ora lo spettacolo per gli spettatori è aumentato, rendendo le gare ancora più entusiasmanti.
