Le gare del weekend del 15 e 16 luglio per le sue tracce digitali visibili al pubblico al punto da poter trasformare gli sportivi in obiettivi e vittime dei malintenzionati. Teatro del nuovo caso è nientemeno che la guerra tra Russia e Ucraina. Pochi giorni fa un comandante della marina russa è stato ucciso mentre si allenava nella città russa di Krasnodar, in un luogo che reputava così sicuro da poter condurre una vita normale tanto da uscire ad allenarsi quasi quotidianamente. A quanto è emerso dalle prime indagini, quando è stato raggiunto dai killer stava correndo in un parco deserto e probabilmente si era collegato con il suo GPS alla celebre app per sportivi che tracciava il suo allenamento.
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L'ufficiale russo, vice capo del dipartimento per la mobilitazione delle forze russe, è rimasto vittima di un attentato. Al di là delle cause, ciò che è stato accertato è che l’uomo potrebbe essere diventato un bersaglio proprio perché era facilmente tracciabile perché era un runner abitudinario.
A quanto hanno diffuso alcune fonti russe, gli investigatori ritengono che il percorso di corsa che aveva compiuto quella mattina era già stato tracciato su Strava nei giorni precedenti. Ciò che è sorprendente è che pochi giorni prima a mettere un like sul report del suo allenamento (con tanto di traccia GPS) era stato addirittura il capo dell’intelligence, Kyrylo Budanov. Ce n’è a sufficienza per alimentare un giallo internazionale
Budanov, che è un runner ed era iscritto a Strava, avrebbe rimosso il suo account immediatamente dopo l’attentato.
Non è la prima volta che le funzionalità di tracciamento degli sportivi finiscono sotto accusa. Sebbene siano un eccellente strumento social, in grado di motivare le community dei runner, sono così potenti da mettere a rischio non soltanto la privacy delle persone, ma anche la loro incolumità. Nel 2018, la pubblicazione di una mappa termica globale aveva rivelato i percorsi di allenamento nelle basi militari di tutto il mondo.
