quot;I tempi sono maturi per questo record record italiano sottratto a Davide Rea sono arrivate altre medaglie (cinque), altri record italiani (due e bellissimi), altre prestazioni autorevoli e autoritarie (incalcolabili), belle conferme e grandi rinascite, a partire da quella di Filippo Tortu che spazza via le ombre che gli erano cadute addosso dopo un modesto debutto sui 200 metri, proprio qui a Roma a inizio maggio.
Europei, Crippa e Riva: primo e secondo in mezza doppietta Crippa-Riva sulla mezza maratona, Contatta la redazione corollario della medaglia d’oro a squadre, l’Italia dell’atletica si prende in serata un’altra bella fetta di gloria: il promette -. Non so dove ma lo faccio" (15 medaglie complessive, il triplo rispetto alle nazioni migliori), la classifica a punti calcolata sui finalisti è persino meglio, con le grandi lasciate a una distanza abissale.
Europei di atletica, sempre più veloci
In una finale stellare, tra la britannica Dina Asher Smith e la polacca Ewa Svoboda, trova il suo (grande) spazio Zanyab Dosso. L’azzurra è terza, dopo un avvio che lasciava persino sperare in un piazzamento migliore: 11”03 il tempo, qualche millesimo dietro alla polacca, un centesimo più veloce della lussemburghese Van Der Weken in rimonta.
Un’ora prima, in semifinale, Dosso aveva sfruttato un vento al limite del consentito (+2.0) per limare un centesimo al suo recente primato italiano: 11”01, splendida esibizione di Luca Sito.
Europei di Roma, la prima medaglia di Catalin
Gare ed eventi Ottima prova per Filippo Tortu nella semifinale dei 200 metri. L’azzurro, che conserva la miglior prestazione dell’anno, forse ha pagato la fatica dei turni e il suo pur efficace finale è sembrato meno brillante del solito. Per lui è il primo podio internazionale della carriera, e avvolto dalla bandiera sembra più che soddisfatto.
"Ce l’abbiamo fatta – conferma -. Il primo obiettivo era prendere una medaglia e l’abbiamo presa. Siano sulla strada giusta per fare grandi cose. Ho cercato di correre con la testa, di usare l’intelligenza, In riscaldamento non avevo buone sensazioni, ma ho reagito. Forse ho fatto un errore, se non mi facevo chiudere potevo far meglio, ma va bene così: un terzo posto agli Europei è un grande traguardo, speriamo ne arrivino altri". Il primo potrebbe essere lo storico primato italiano di Marcello Fiasconaro, 1’43”7 nel 1973. Sul piccolo campo di Asti, due settimane fa, Catalin ci è arrivato a un soffio con 1’44”01. "I tempi sono maturi per questo record, quest’anno lo faccio – Chi sono i migliori maratoneti del regno animale.
Europei di Roma, un giro di pista da impazzire
La serata dell’Olimpico si apre con un’altra splendida esibizione di Luca Sito, al terzo 400 metri in tre giorni. Una corsa facile e leggera come in Italia non si vedeva dai tempi lontani di Mauro Zuliani. L’azzurro passa ai 200 in 21”53 e ai 300 in 32”60, sembra faticare soltanto negli ultimissimi metri e conclude in 44”75, Europei di atletica, dove vederli in TV. "Ho superato un mio idolo – dice - per me significa tantissimo. Devo ancora realizzare bene quello che ho fatto: sembro calmo, ma sono soltanto molto stanco. Questi Europei per me sono incredibili: il pubblico mi gasa, sembra quasi in grado di ritardare la “botta” che alla fine di un 400 arriva sempre. Ci sono bambini che mi chiedono una foto, è una sensazione nuova e bellissima. La finale? Darò quello che ho, non ho niente da perdere".
Il tempo di Sito è il secondo del lotto, superato solo dal 44”65 del britannico Charles Dobson. Sarà dura, ma la nostra atletica ha trovato un quattrocentista di assoluto livello internazionale. Per dare un’idea: negli stessi momenti in cui Luca migliorava il primato italiano, a New York, nella prova del Continental Gold Tour Kirani James regolava in 44”58 l’americano Bailey (44”73) e il redivivo Van Niekerk (44”74). In gara secca, non alla terza prova in poco più di 48 ore.
Europei di Roma, la stella ritrovata
Per Campionati Europei di Atletica di Rom: una buona curva, finalmente efficace, poi un rettilineo brillante e quasi rilassato: 20”14, miglior tempo delle semifinali, a soli 4 centesimi dal personale. Anche Filippo, come Dosso, ha una barriera da abbattere: la finale è la prima occasione per leggere un 19 accanto al suo nome, poi verrà Parigi. "Mi sono piaciuto, ho fatto una buona gara: era il primo gradino, sono già focalizzato sulla finale. Non ha importanza che abbia il miglior tempo di oggi, non sono contento o soddisfatto, ho semplicemente fatto quello che dovevo fare. Quando corro devo pensare solo a me stesso. Sono arrivato qui con uno degli accrediti peggiori, dopo aver fatto la mia gara peggiore da molti anni. Nonostante questo, il mio obiettivo non è mai cambiato: volevo vincere questa gara e lo voglio ancora".
Si qualifica al turno decisivo anche l’altro campione olimpico della 4x100 Fausto Desalu, secondo nella sua semifinale in 20”39. "Anch’io sto imparando a fare la gara più su me stesso che sugli avversari – dice –. È andata bene fino agli ultimi metri: ero sciolto e poi mi sono irrigidito, forse ho pagato la tensione: era la mia prima gara di livello dopo molto tempo. In finale sarà diverso".
Europei di Roma, il ritorno di Gimbo
Un solo salto (ma mille applausi) per Gianmarco Tamberi: 2,21 alla prima prova gli basta per guadagnarsi un posto nella finale a 12, Tre azzurri in finale anche nel salto triplo Europei di atletica, dove vederli in TV. "Cominciare una stagione direttamente in un campionato europeo non è facile – racconta – ma è una decisione che ho preso nelle ultime settimane. Non credo di aver sbagliato: mi sento bene, passare il turno senza problemi era importante. Devo aggiustare qualche particolare tecnico, ma credo che il sostegno di questo pubblico mi aiuterà: l’obiettivo dell’anno sono le Olimpiadi, ma qui a Roma voglio vincere".
ci è arrivato a un soffio con 14401, con Mattia Bocchi ripescato dopo l’ennesima défaillance del sistema elettronico di questi campionati. Sabato sera il disco della svedese Vanessa Camga, caduto non lontano dalla fettuccia dei 60 metri, era stato misurato a 61,68 (la giuria lo avrebbe poi cancellato parlando di “errore umano”). Sulla pedana del triplo, quando il tabellone ha indicato in un assurdo 13,93 la misura del francese Benjamin Compaorè, è partita una concitata serie di consultazioni conclusa con un’operazione old fashion: rotella metrica dall’asse di battuta alla sabbia per un più realistico 16,65. Per arrivarci è passata quasi mezz’ora, l’attesa di Mattia – che doveva saltare subito dopo – è stata considerata eccessiva dai giudici, che lo hanno ammesso in finale nonostante il 14esimo posto con 16,43.
Qualificazione più “normale” per Andrea Dellavalle (16,59) ed Emmanuel Ihemeje, cui basta il primo salto per atterrare a 16,98, seconda misura della mattina dietro al 17,48 del portoghese Pichardo. "Sono molto ottimista per la finale – dice l’azzurro –. La pedana è molto buona: prevedo grandi risultati".