Da Bathurst (Australia) 2023 a Belgrado 2024: cosa è successo nel mondo del cross? I risultati dei Campionati Mondiali di corsa campestre dicono che poco è cambiato in poco più di un anno.
Jackob Kiplimo e Beatrice Chebet si sono confermati i numeri uno, mentre il Kenya resta la nazione più forte, capace di vincere (ancora) 6 medaglie d’oro per un totale di 11 metalli, contro i 10 dell’Etiopia. Insomma, a leggere i numeri duri e crudi, l’esatta fotocopia del mondiale australiano.
Campionati Mondiali di corsa campestre è ancora dominio africano
Dal vivo però, le gare al Parco dell’Amicizia della capitale serba sono state invece divertenti, con finali appassionanti a tratti entusiasmanti. Certo, basta non fare caso alle maglie sul traguardo. Se cercate i colori dell’iride, non li troverete.
In tutte e quattro le gare individuali (due prove under 20 e due senior), Campionati Mondiali di corsa campestre, Chebet ancora la più veloce. Due sole, piccole eccezioni. Tra gli uomini finisce 9° lo spagnolo Thierry Ndikumwenayo, origini del Burundi ma spagnolo da meno di un anno; tra le donne, 7° posto della kazaka Daisy Jepkemei, atleta keniana fino a due anni fa. RW Shoe Awards 2024: le migliori scarpe da trail.
Campionati Mondiali di corsa campestre, la conferma di Kiplimo
Lo spettacolo però non è mancato. Sui 10 km della gara maschile, i top runner lasciano fare nella prima parte di gara. Dura poco più di un chilometro la gloria dell’indiano Hemraj Gurjar, lì davanti a far gara da solo. Poi si mettono in mostra l’etiope Chimdessa Debele e anche il maratoneta francese Mehdi Frère, ma dopo il secondo giro il gruppo si ricompatta. Percorso piatto e veloce con qualche ostacolo alla Super Mario Bros: un tratto con fondo di sabbia, uno con il fango, un altro con delle siepi di paglia messe di traverso, da slalomare o saltare. Ben poco per frenare la potenza degli africani, anche il caldo (25°) non lascia segni.
A metà gara è il keniano Gideon Rono a forzare il passo e a guadagnare qualche metro. È l’azione che dà la sveglia ai favoriti, con gli ugandesei Jacob Kiplimo e Joshua Cheptegei a chiudere il gap sul keniano. Quando inizia l’ultimo giro sono rimasti in dieci davanti, ma l’azione del campione in carica Kiplimo si fa sempre più irruente e impossibile per gli altri. Cheptegei salta, da dietro prova a rientrare l’etiope Berihu Aregawi, già secondo l’anno scorso. Aregawi spinge ma non riesce a chiudere su Kiplimo, che invece taglia il traguardo a braccia alzate dopo 28’09” di corsa. Staccato di venti metri c’è ancora Aregawi, terzo è il keniano Benson Kiplangat. Ancora Kenya con Nicholas Korir e Samwel Masai, poi Cheptegei e settimo il quarto uomo del team Kenya, Sebastian Sawe davanti al compagno Rono. Arriva anche l’oro a squadre davanti a Uganda ed Etiopia. Già detto del nono posto dello spagnolo Ndikumwenayo, per il resto del mondo c’è ancora lo spagnolo Aaron Las Heras 17°, poi Frère 20°, l’americano Anthony Rotich 22°.
Le mezze maratone vanno a ruba. Come iscriversi
Poker o scala reale? Non so se il Kenya abbia una grande tradizione nel gioco con le carte, di sicuro ce l'ha nella corsa. E lo ha fatto vedere nella gara femminile, dove ha dominato, schiacciato tutte le avversarie imponendo un ritmo impossibile per andarsi a prendere i primi cinque posti al traguardo. Cinque.
Anche qui vittoria della campionessa uscente Beatrice Chebet dopo una gara comunque divertente. Dopo il via, nel pattuglione africano stazionano anche la kazaka Daisy Jepkemei e l’americana Weini Kelati Frezghi, origini eritree ma americana da tre stagioni, fresca primatista USA nella mezza maratona (1h06’25”). Si stacca presto invece la norvegese Karoline Grovdal, numero uno d’Europa. A metà gara sono invece scomparse tutte le atlete etiopi, con le keniane che allungano mentre provano a restare in scia Jepkemei, Kelati e l’ugandese Sarah Chelangat.
La resistenza dura poco mentre iniziano le schermaglie keniane. La prima a strappare è Lilian Rengeruk e ne fanno le spese Emmaculate Achol e Agnes Ngetich. Negli ultimi trecento metri è la volta di Beatrice Chebet, che segna l’azione decisiva che la porta al traguardo a braccia alzate. Rengeruk difende l’argento dalla rimonta di Margaret Kipkemboi, poi Achol e Ngetich completano il trionfo a squadre. Prima delle non keniane è Sarah Chelangat (Uganda) sesta, poi la kazaka Jepkemei settima, ottava Bertukan Welde, la prima delle etiopi, le grandi sconfitte di oggi. Con un gran finale Grovdal recupera su una sfiatata Kelati Frezghi per chiudere 14°, la britannica Abbie Donnely è 20°, la giappone Miku Sakai 22°. Kenya, Etiopia e Uganda sul podio a squadre. Al traguardo anche l’uruguaiana con passaporto italiano Eliana Valeria Silvera Silva: 73° posto finale per la sua prima esperienza mondiale.
Sempre tanta Africa sul podio
Nelle gare under 20, vittoria del keniano Samuel Kibathi sull’etiope Mezgebu Sime. Le due nazioni occupano i primi dieci posti, a squadre vince il Kenya su Etiopia e Uganda.
Nella sfida femminile, vince la più giovane di sempre, l’etiope Marta Alemayo (16 anni da compiere tra sette giorni) Anche qui vittoria della campionessa uscente.
Forse qualche scossone nella staffetta mista? No, tranquilli. Non succede molto tra le 12 squadre in campo. Il Kenya di Reynold Cheruiyot, Virginia Nyambura, Kyumbe Munguti e Purity Chepkirui stacca presto l’Etiopia, che si fa male da sola quando, all’ultimo cambio, Adehena Kasaye aggancia e stacca la scarpa della compagna Birri Abera: impossibile infilarla di nuovo, via si corre con un piede scalzo. Scopri tutto sugli Europei di Roma 2024 che porta a termine una gran rimonta per chiudere al terzo posto dopo l’affondamento finale (ottavi) degli Stati Uniti.
È questo l’unico podio a squadre diverso dagli altri: Kenya, Etiopia e Gran Bretagna. God save the cross country.