La folle notte di Quinion prima delle Olimpiadi Quincy Hall è ancora negli occhi di tutti. Il suo incredibile sforzo, la grinta, il collo nella massima estensione, i muscoli scolpiti. La sua vittoria nella finale maschile dei 400 metri alle I risultati dellItalia a Parigi sono incredibili ha emozionato.
Soprattutto per come la sua grande vittoria è arrivata: nei primi 200 metri sembrava fuori dai giochi, sesto. Nei successivi 100, qualcosina era riuscito ad accorciare, ma il capolavoro doveva ancora arrivare e si è materializzato negli ultimi 60-70 metri quando è riuscito a mettere la testa davanti a Matthew Hudson-Smith chiudendo con un sensazionale 43“40 – quarto uomo di sempre alle spalle di Van Niekerk, Michael Johnson e Butch Reynolds –.
Ecco qual è la gara più dura delle Olimpiadi: parola alla scienza
Proprio i 400 Paralimpiadi, 3 podi giganteschi per gli azzurri, il canale YouTube basato sulla scienza. A differenza di altri eventi che si concentrano principalmente sulla velocità, i 400 infatti richiedono anche all’atleta di regolare il ritmo, cambiare velocità frequentemente e combattere la sensazione di stanchezza.
Secondo lo studio, il corpo utilizza subito una riserva di energia che gli permette di avere una esplosività immediata (la partenza) per riuscire a raggiungere la massima velocità nei primissimi secondi.
Questo nei 50 metri iniziali. Nei successivi 150 la corsa è al di sotto della velocità massimale, con l’acido lattico che provoca l’affaticamento dei muscoli. Nei successivi 100 metri il corpo produce energia anaerobica ma molto più lentamente rispetto alle altre due fonti di energia.
Lo stesso cercherà di produrre più energia aerobica, ma faticando a produrne abbastanza per aiutare lo sprint finale verso il traguardo, causando un effetto negativo sui muscoli.
Il parere di Michael Johson
Una risposta al video-studio è arrivata dall’ex leggenda dell'atletica mondiale, 12 volte medaglia olimpica, Michael Johnson, su Twitter, il quale ha rimarcato la durezza dei 400 metri: "Capire questo processo – così l'americano, atletica nella storia dell'atletica mondiale – è stato fondamentale per permettermi di battere il record mondiale e correre costantemente in 43 secondi". E se lo dice lui...