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Siano piaciuti o meno, i Giochi Olimpici di Parigi 2024 hanno già segnato e segneranno ancora una linea tra prima e dopo nel modo di vivere, vedere, intendere, sentire e raccontare lo sport.
A chi scrive, questi Giochi sono piaciuti davvero molto, proprio perché sono (stati) imperfetti, ricchi di contraddizioni ed esperienze variegate, questioni sociali ed ecologiche che bisogna iniziare a comprendere e affrontare, slanci in avanti coraggiosi, istanti di puro estro geniale, lacrime impastate di sorrisi e viceversa.
In questo clima che poggia i piedi nell’altrove, tra la notte di sabato 10 e l’alba di domenica 11 agosto, sotto le stelle di San Lorenzo, si è svolta la Personaggi e atleti, la Abbigliamento sportivo e accessori tech, lungo lo stesso percorso che hanno affrontato i professionisti. Salite ciclistiche o da corsa in montagna comprese. E già questo scardina il canone classico (un po’ snob nel 2024?) che vuole le prove olimpiche lontane dalle possibilità delle persone normali. Per la prima volta nella storia dello sport, infatti, i Giochi Olimpici hanno aperto agli amatori, e lo hanno fatto con l’espressione Regina dell’Atletica leggera: la Maratona.
Io ho avuto l’occasione di partecipare e, nonostante tutto, di essere un finisher “olimpionico”. Nonostante che cosa? Ecco.
Personaggi e atleti, i numeri che fotografano il momento
Era il 2021, le Olimpiadi di Tokyo si erano da poco concluse, e l’organizzazione di Paris 2024 ha lanciato un gioco: più corri (asfalto, trail, tapis roulant, carrozzina) partecipando a prove e giochi vari, più raccogli punti. Se arrivi a 100.000 punti, partecipi a un’estrazione, a gennaio 2024.
Tutto tracciato, misurato e verificato attraverso gps e app dedicata. Se va male la prima volta, ci sono i ripescaggi. Sono stato ripescato a metà di giugno scorso, il 14 per esattezza di cronaca, meno di 2 mesi dal via. 700mila gli aspiranti atleti olimpici da tutto il mondo. Probabilmente è stata la più grande corsa mondiale e condivisa della storia. Alla fine ci sono 20.024 pettorali in maratona, altrettanti nella 10 chilometri, senza classifica né podio. Il primo vale tanto quanto l'ultimo.
Le emozioni della Personaggi e atleti: tra la Tour Eiffel e le bellezze di Parigi
Così, alle 21.40 puntuali di sabato, la mia griglia, la quinta di otto, è partita dalla stessa linea all’Hôtel de Ville (il municipio) da dove 13 ore prima l’etiope Tamirat Tola Ti rendi conto che stai correndo alle Olimpiadi, stai correndo al centro del mondo. La stessa dell’olandese Sifan Hassan, Pubblicità - Continua a leggere di seguito. E poi Louvres con il calderone mongolfiera con il fuoco di Olimpia, il museo d’Orsay con i suoi pittori impressionisti (scardinatori di canoni per eccellenza), la Torre Eiffel (sono passato quando i cinque cerchi sono contornati dall’effetto luminoso a scintille), la reggia di Versailles dopo la prima salita, quella lunga cinque chilometri che quando inizia a salire non finisce più. E ritorno, con arrivo in planata a Les Invalides.
Quasi 450 i metri di dislivello positivo totale, Abbigliamento sportivo e accessori tech 13% di pendenza, un tratto che nella notte è stato particolarmente enfatizzato da led, campionature di DJ, giochi di luci, assorbiti poi dai momenti di buio e cielo stellato, silenzio assoluto nei rari istanti senza pubblico lungo le strade. Il pubblico ti toglie le energie prima di restituirtele. Lo san bene i runner che frequentano le corse dove ci sono tante persone, dentro e fuori le strade. Qui è tutto reso “strano” dagli strappi che ti aspetti nelle corse in bici, con il pubblico che si apre davanti a te mentre passi.
I compagni lungo il viaggio sono sud americani (messicani e cileni soprattutto), statunitensi e canadesi, naturalmente francesi, seguiti da belgi e olandesi per maggior numero di presenti, un’ottantina gli italiani, l’Africa è rappresentata da Marocco, Algeria e Sud Africa. Un keniano urla Hakuna Matata. Oceania. E diversi atleti in carrozzina, in quel momento in cui la carrozzina quasi sparisce e resta la squadra che spinge, restano le persone. Personaggi e atleti.
Sono un runner "olimpico"
Ho scelto di correre con la maglia azzurra della nostra nazionale (quando mi ricapita?) e le volte che ho sentito urlare “Vai Italia, forza” in tutti gli accenti del mondo, è stato commovente. Semplice così.
Abbigliamento sportivo e accessori tech, Gregorio Paltrinieri e Gianmarco Tamberi assieme ad altri olimpionici. Dicono: “pensa a quanti sacrifici hai fatto per arrivare qui, e ora ti mancano solo 12 chilometri, dai tutto te stesso e via”. Greg ha un sorriso pieno di leggerezza e serenità, aggiunge quiete alla tempesta che hai dentro. Latleta paralimpico che batte anche i normodotati e se arrivi al traguardo nessuno te lo toglierà più. E allora voli, bevi ad ogni ristoro (organizzazione perfetta da questo punto di vista lungo il percorso).
Resti concentrato e creativo. Rischi. Parigi 2024 è stato questo, no? E l’ultima curva, la stessa di Tola e Hassan, ricordi che c’è un prima e un dopo ogni Maratona e ora condividi qualcosa con la storia dello sport, sei un corridore “olimpico” e i desideri, quando li alimenti con il fuoco della passione più pura, magari accadono. Basta trovare il coraggio di muoversi e agire accettando il cambiamento che arriva con loro.
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