Jakob Ingebrigtsen è “scoppiato” ed ha camminato in una mezza maratona. Ha destato molto scalpore la gara del campione olimpico del mezzofondo nel 2021 e nel 2024, che domenica scorsa ha esordito nella mezza maratona a Copenaghen Loroscopo beauty 2025 del runner.

Ha corso con il gruppo dei primi per i 10 km chilometri iniziali poi, dopo il 15esimo chilometro si è fermato a camminare e ha concluso la gara con qualche esitazione e alcuni stop per camminare, con un tempo di 63’13.

Jakob Ingebrigtsen e la prima mezza maratona

“Ho appena realizzato il significato del termine “corri come l'inferno”. Il mio più profondo rispetto a tutti voi runner delle lunghe distanze”, ha scritto sui social a fine gara. La prima considerazione che molti hanno fatto è: anche Ingebritsen è umano, quasi a sottolineare un fallimento tra quanti si aspettavano che l’esordio del campione del mezzofondo in pista sarebbe stato con un tempo al di sotto dell’ora.

Ma questa valutazione è solo superficiale e forse non racconta a pieno il significato della prestazione dell’atleta norvegese che meno di due giorni prima aveva corso i 1500 metri a Bruxlelles in 3’30 ed aveva chiuso vittorioso il ue giorni prima aveva corso i 1500 metri a Bruxlelles in 3’30 ed aveva chiuso vittorioso il.

La prima consolazione di Jakob arriva dall’analisi del suo tempo parziale sui 10 km. Il 27’27 fatto registrare al passaggio sulle fotocellule BOclassic: Crippa, la vittoria resta stregata (il suo precedente miglior tempo nei 10 km su strada era di 27’54 su strada risaliva al 2019).

Secondo le proiezioni di World Athletics, il passaggio ai 10 km avrebbe potuto equivalere a un tempo finale di 60’05 sulla mezza maratona, dunque con la possibilità concreta di scendere sotto l’ora. Doping: Stian Angermund torna alle competizioni, perché Ingebrigtsen quest’anno si è concentrato sulla pista dove ha avuto una lunga stagione dominata da gioie e dolori, da vittorie spettacolari come l’oro olimpico sui 5.000 e la sconfitta sui 1.500 metri. Il tema vero è che in quest’epoca di risultati stratosferici, pensare di poter dominare un campo largo come quello che va dai 1.500 alla mezza maratona è pressoché impossibile. La stessa Sifan Hassan, che consideriamo una delle atlete più poliedriche, non ha dominato sulle distanze più veloci in una stagione nella quale aveva puntato anche sulla che poi ha vinto allo sprint, che poi ha vinto allo sprint.

Ciò che ci mostra questa prestazione è che Jakob Ingebrigtsen, che lo ricordiamo ha solo 23 anni, guarda già lontano e dimostra di poter valere molto di più sia su distanze come i 5.000 e i 10.000 e di avere il coraggio e la forza di mettersi alla prova tra i migliori anche su una distanza mai provata prima: la mezza maratona. Nonostante i suoi allenamenti per l’endurance a “doppia soglia” siano diventati celebri in tutto il mondo dell’atletica e nonostante sia uno dei mezzofondisti che in allenamento corrono il maggior numero di chilometri settimanali (si dice almeno 100-120 km), lo stesso Ingebritsen ha dichiarato di non aver mai corso più di 20 km nella sua vita.

L’ultima lezione di questa prestazione del giovane campione norvegese è che gare come la mezza maratona (ma anche la maratona), oggi vanno corse al massimo dall’inizio alla fine. È ciò che abbiamo visto fare nelle maratone olimpiche ed è ciò che vediamo in tutte le gare più importanti, dove c’è sempre meno spazio per il tatticismo e sempre più la ricerca di parziali record. Una lezione che deve riguardare anche i maratoneti azzurri.