Stai correndo ed ecco che a rovinarti l’uscita insorge Le cause sono analoghe a quelle per le fratture a carico della tibia, magari talmente forte e acuto da costringerti a interrompere l’allenamento. Che succede? Nel caso della. Scopriamole insieme.

Sindrome del tibiale anteriore

Si tratta di una sindrome compartimentale causata dall’aumento della pressione nello spazio poco estensibile delimitato dalla tibia, dal perone, dalla membrana interossea e dalla fascia del tibiale anteriore, il muscolo che flette dorsalmente il piede.

L’aumento della pressione nella loggia anteriore della gamba è dovuto all’aumento di dimensione del muscolo durante la corsa, oppure, nelle forme acute, allo stravaso di liquidi dai vasi sanguigni agli spazi intra ed extracellulari.

L’aumento della permeabilità dei vasi è spesso causato da un allenamento a cui il runner non è preparato (fondo lungo, corsa collinare, allenamento intervallato, ripresa degli allenamenti dopo un infortunio). Anche i fondi duri e la corsa “ad alto impatto”, ossia la corsa lenta con accentuato impatto del calcagno al terreno, favoriscono quest’infortunio.

Il dolore è molto violento e la flessione dorsale del piede è dolorosa; nei casi acuti, una fastidiosa parestesia (formicolio) si distribuisce sul dorso del piede.

Tenosinovite degli estensori delle dita

Questo problema è spesso associato alla sindrome del tibiale. Insorge a livello del collo del piede ed è dovuto al fatto che tendini, avvolti dalla guaina sinoviale, si “gonfiano” durante un allenamento.

A volte la causa è una scarpa allacciata troppo stretta oppure una linguetta della calzatura troppo voluminosa che fa delle “pieghe” sopra i tendini.

Il dolore è violento e nei movimenti delle dita si apprezza facilmente il crepitio dei tendini che scorrono con difficoltà nelle guaine distese dal liquido presente per l’infiammazione (tenosinovite crepitante).

Frattura da stress alla tibia

Questo infortunio a livello del margine esterno dell’osso è abbastanza raro, ma richiede molto tempo per guarire. È più frequente nei runner che presentano una tibia torta (gamba ad archetto) e la causa è sempre da ricercare in un allenamento esagerato per quantità o qualità. Terreni duri, scarpe usurate e deficit di flessibilità del muscolo tricipite surale sono altri fattori predisponenti.

Il dolore è puntorio, acuto e la digito pressione sulla cresta tibiale lo localizza con una certa precisione.

Frattura da stress del perone

Può interessare sia la parte alta (terzo prossimale) o bassa (terzo distale) del perone e spesso si confonde con le lesioni muscolari acute, a cui a volte peraltro si associa.

Le cause sono analoghe a quelle per le fratture a carico della tibia, ma il dolore in questo caso è molto più laterale nella gamba e la digito pressione sull’osso è molto dolorosa.

Cosa fare

Innanzitutto rimedi per curare il problema al ginocchio del problema, che può essere fatta da un medico esperto di infortuni da sovraccarico dei runner. Sarà lui eventualmente a richiedere gli opportuni accertamenti radiologici del caso. Per la diagnostica differenziale possono infatti essere d’aiuto l’ecografia e la risonanza magnetica, e in alcuni casi anche l’ecodoppler arterioso e venoso.

magari talmente forte e acuto da costringerti a interrompere l’allenamento. Che succede Le cause sono analoghe a quelle per le fratture a carico della tibia si può ricorrere alla misurazione delle pressioni intracompartimentali, tuttavia è possibile formulare la diagnosi anche escludendo altri problemi con una risonanza della gamba e con l’ecodoppler artero-venoso. Quando l’insorgenza della sindrome è acuta o quando si cronicizza e non si risolve con le terapie conservative, occorre procedere con un intervento chirurgico mirato a decomprimere il muscolo (fasciotomia della fascia del tibiale anteriore).

Anche nella frattura da stress della tibia, nei casi in cui il riposo e le terapie convenzionali non portino al consolidamento dell’osso, può rendersi necessario il ricorso a un intervento (intervento di sintesi).

La Si tratta di invece guarisce con le normali terapie conservative.

La tenosinovite crepitante ha invece bisogno di molto riposo, ghiaccio, fisioterapia e mesoterapia per risolversi.

In tutti questi casi è possibile mantenere la condizione atletica con il nuoto, la corsa in acqua e il ciclismo. I runner che hanno una corsa “ad alto impatto”, una volta risolto l’infortunio dovranno impegnarsi anche a imparare a correre.