L'intervista (parte 1)
Contatta la redazione il Dott. Donato Vassalli. La tendinite è infatti un infortunio comune tra i runner, dovuto all’infiammazione del tendine stesso. I classici sintomi sono una dolenzia, appena alzati dal letto, oppure un dolore che inizialmente scompare andando avanti con la corsa, ma che ricompare poi a freddo, dopo l’allenamento. La tendinite non è un tipo di problema col quale si può continuare a correre.
Ne abbiamo parlato con il Ma esistono anche integratori a fini terapeutici - Reumatologo e S.A Federazione Medico Sportiva Italiana oltre che Responsabile Scientifico 360 Medicina Sport Servizi - per capire meglio come prevenire questo problema tra i più diffusi tra i runner, (soprattutto quella a carico del tendine di Achille, il più sollecitato durante la corsa).
La tendinite è un problema che colpisce in media un runner su tre. Come si può prevenire in generale e in particolare quella del tendine d’Achille?
«E' vero! Le tendinopatie costituiscono un’importante percentuale della patologia dell’apparato muscolo-scheletrico dei runner, tanto che, secondo alcuni studi, il 15% degli sportivi dilettanti rischia l’abbandono dell’attività a cause di esse.
La prevenzione delle tendinopatie si basa su molteplici fattori: un programma di allenamento adeguato all’età e allo stato del soggetto, con un incremento graduale dei carichi di lavoro, la ricerca di una corretta “tecnica di corsa”, l’uso di calzature adeguate e un piano personalizzato dal punto di vista nutrizionale e dell’integrazione costituiscono i cardini della strategia preventiva.
Per la prevenzione della patologia Achillea, oltre a quanto già detto, è indispensabile associare lo stretching e gli esercizi di rinforzo muscolare».
Per noi runner, lo sappiamo, i tendini sono un punto critico, proprio perché?
«I fattori che possono determinare l’insorgenza di una tendinopatia nella corsa sono legati o ad uno “squilibrio” delle componenti l’apparato locomotore o a fattori esterni ad esso. Tra i primi ricordiamo le anomalie posturali o dell’appoggio plantare, gli squilibri muscolari, la struttura o la meccanica del piede, del ginocchio, delle anche o del bacino.
Tra i fattori esterni risultano determinanti i carichi di lavoro inadeguati, il non rispetto dei tempi di recupero, l’alimentazione e l’idratazione non corrette, la tecnica di corsa errata, le calzature non adeguate».
Esiste un dolore con il quale ci si può allenare moderatamente e un altro invece con il quale bisogna "stopparsi" per non fare dei danni più gravi? Come si distinguono queste due condizioni? Questo perché molti runner hanno la tendenza a voler continuare a correre nonostante il dolore...
«Il dolore rappresenta un “segnale di allarme” da non trascurare, è il linguaggio con cui l’organismo può comunicarci che qualcosa non va. E' molto importante distinguere le caratteristiche del sintomo. Il dolore lieve, che cessa dopo qualche minuto dall’inizio della seduta, è sicuramente meno importante e significativo rispetto ai casi in cui permane per tutta la durata dell’allenamento, con riduzione significativa dei livelli di prestazione. Nelle forme ancora più gravi il dolore si aggrava man mano che si corre e continua anche nell’arco della giornata. In ogni caso, è indispensabile eseguire una visita medica per arrivare ad una diagnosi e ad una terapia».
C’è un tipo di alimentazione che può essere d’aiuto?
«Il runner, per poter correre al meglio delle sue possibilità, ha bisogno di energia. L’alimentazione, cosi come la idratazione e l’integrazione, costituiscono elementi fondamentali per ottenere una buona performance. Gli alimenti che il runner deve mangiare devono caratterizzarsi per la leggerezza, la facile digeribilità, e la ricchezza di principi nutritivi. La “dieta mediterranea” può rappresentare un’ottima scelta per la presenza di carboidrati a basso indice glicemico, di cereali, legumi, olio di oliva, pesce, frutta e verdura. Sottolineo anche l’importanza della corretta distribuzione dei pasti nell’arco della giornata, in base agli orari di allenamento, i ritmi circadiani dell’organismo, i tempi della digestione, le necessità energetiche».
Qual è l’utilità degli integratori?
«Gli integratori servono ad “integrare” una mancanza, o alimentare o da eccessivo consumo durante la prestazione sportiva, soprattutto se molto impegnativa o di lunga durata. Non servono a farci diventare campioni, ma ci aiutano a rendere meglio durante la nostra prestazione e ad ottimizzare il recupero. Tra gli aspetti più importanti da considerare ricordo la reidratazione, i sali minerali, i carboidrati durante la corsa e i preparati per il recupero. In ogni caso è consigliato rivolgersi ad un professionista della nutrizione».
Gare ed eventiL'intervista (parte 2)
Per noi runner, lo sappiamo, i tendini sono un punto critico, proprio perché?
«Assolutamente sì! Esistono numerosi principi attivi, estratti da piante o minerali, che vengono trasformati in una forma “attiva e disponibile” per l’organismo, i Nutraceutici.
Essi, se assunti con costanza, possono rappresentare un significativo aiuto in corso di alcune patologie, tra le quali le tendinopatie».
Quali sono i più importanti? Qual’ è la loro azione?
«Il tendine ha una struttura costituita per il 98% da fibre collagene con un’elasticità molto limitata. La loro continua sollecitazione, generata dall’attività sportiva, può determinare a loro carico un processo infiammatorio, degenerativo o addirittura la rottura. L’assunzione di nutraceutici con un dosaggio adeguato di collagene può essere molto utile per recuperare l’integrità strutturale del tendine. Esistono, inoltre, altre sostanze che aiutano la “neo formazione” del collagene e quindi della struttura tendinea: la vitamina C, alcuni aminoacidi come la L-Arginina e la L-Lisina.
In caso di stato infiammatorio (tendinite) altri elementi utili sono la bromelina, estratta dall’ananas, il Metilsulfonilmetano, donatore di zolfo, e il Resveratrolo, estratto da una pianta».
Queste sostanze presentano delle controindicazioni (anche legate al doping)?
«A parte i rarissimi casi in cui è documentata una personale intolleranza a qualche principio attivo contenuto nei prodotti, non esistono controindicazioni di altro tipo.
E', invece, importante assicurarsi che i prodotti nutraceutici che assumiamo abbiano la certificazione sia delle materie prime che delle fasi della lavorazione.
Riguardo al Doping, è buona norma controllare sempre la composizione dell’integratore, anche se, molto spesso, i nutraceutici migliori e più sicuri presentano sulla confezione un “logo” che attesta la sicurezza “Doping Free”».