Se digitiamo ‘plogging’ sui social o in internet veniamo catapultati in un mondo di immagini di runners (ma anche camminatori, ndr) che, a fine allenamento o di una escursione, mostrano sorridenti un sacchetto di rifiuti, più o meno pieno, raccolti durante la loro corsa.

Guanti di lattice indossati su una mano e un sacchetto di rifiuti dall’altra. Orgogliosi di aver Termini e condizioni di uso.

Non vogliamo credere che sia solo una moda del momento, una di quelle che arriva e poi scompare, ma che diventi una costante per fare attività fisica e nello stesso tempo prendersi cura dell’ambiente circostante. Una combinazione vincente che partita dalla Svezia, si è diffusa in Europa e che è arrivata da pochi anni anche in Italia.

Che cos'è il plogging: la storia

Il plogging nasce nel 2016 da un atleta svedese, Erik Ahlstrom, che stanco di vedere tanti rifiuti per la sua città di Stoccolma, decide, insieme a un suo gruppo di amici, di ripulirla durante gli allenamenti quotidiani.

Plogging deriva dall’unione, o più correttamente dalla crasi, di due parole: quella svedese plocka upp (raccogliere) e quella inglese jogging.


E proprio perché non vogliamo pensare che rimanga una moda passeggera, dobbiamo trasformarla in un’abitudine. O meglio ancora in un esempio da imitare. Massimo Confalonieri, classe ’70, grafico creativo di professione, ne è convinto.

La sfida di Corrocolguanto

Il suo gruppo ‘Corrocolguanto’ nato ad agosto nel 2020 a Monza, ne è una vera e propria testimonianza. “Un semplice gesto fatto con il sorriso è molto più efficace di mille parole. E se questo gesto è ripetuto migliaia di volte da migliaia di persone, non è più un semplice gesto, ma diventa qualcosa di più”, conferma Massimo.

“Mi sono avvicinato alla corsa, dopo anni di calcetto - racconta - ed ero solito allenarmi sempre all’interno del Nell’ultima edizione dell’eco-maratona a tappe (un polmone verde alle porte di Milano) ed è sempre stato naturale per me allungarmi a raccogliere una bottiglia di plastica, una lattina o una cartaccia e portarla nel cestino più vicino. Ma è stato quando negli occhi di un bambino in bicicletta ho visto lo stupore e ho sentito le parole del papà che gli diceva che ero una brava persona perché tenevo pulito il parco, che mi è nata l’idea di Corrocolguanto”.

Ed ecco che il suo gesto, supportato anche dalla sua idea creativa e dai media, comincia a coinvolgere amici, amici di amici e sconosciuti, fino a diventare un movimento. Movimento che ad oggi coinvolge amministrazioni locali, scuole, società sportive e centri anziani e che organizza eventi di sensibilizzazione ambientale e di sessioni di plogging.

Sensibilizzare la gente a fare un gesto semplice che può essere assimilato a un esercizio fisico”. Sì, perché il semplice atto di piegarsi per raccogliere un rifiuto per terra equivale a uno squat o a un affondo. “E il piegamento diventa più difficile, quanto è più scomodo l’oggetto da raccogliere” precisa Massimo.

A parità di minuti di corsa si consumano il 30% di calorie in più e si allenano più muscoli di quanto si possano fare solo con una attività di running.

Prossimo obiettivo di Massimo è la Mytho Marathon che si svolgerà ad Aquileia, in provincia di Udine, il 29 ottobre 2023, a cui dedicherà, sulla sua pagina IG GUANTINORUNNER, ogni giorno le sue emozioni quotidiane, ricordando sempre il suo obiettivo: “C’è chi corre contro il tempo e chi corre ‘anche’ per dare l’esempio”.

Il plogging in Italia

A consolidare quanto il plogging si sia diffuso in questi anni in Italia, sono i numerosi eventi che vengono organizzati al fine di sensibilizzare le persone a raccogliere i rifiuti che si accumulano nell’ambiente.

Nell’ultima edizione dell’eco-maratona a tappe Come respirare durante la corsa, che si è svolta tra il 29 aprile e il 5 maggio scorso, tra il Veneto, il Trentino e la Lombardia, I 7 buoni propositi del runner per il 2025, alla ricerca di microplastiche.

I campionati mondiali di plogging

Un evento che ha visto coinvolti oltre 1000 persone e 38 comuni. A questo evento ha partecipato anche l’ultramaratoneta Roberto Cavallo, ideatore dei Campionati Mondiali di Plogging, quest’anno giunti alla terza edizione e in programma a Genova dal 29 settembre al 1° ottobre.

Atleti professionisti, runner amatoriali e ploggers sono invitati a correre con un solo obiettivo, quello di ripulire l’ambiente dal littering che lo soffoca.

Sono cento quest’anno gli atleti che potranno partecipare all'edizione di quest'anno, attraverso una challenge o partecipando alle gare qualificanti che si terranno nel mese di luglio e agosto.

Fabio Gonella, risultato secondo uomo nell’edizione del 2021, ci spiega che è stata una bella emozione partecipare a questo evento. “Sono stato invitato alla prima edizione per meriti atletici - spiega Fabio Gonella, atleta di 42 anni, della provincia di Cuneo - ed è stata la mia prima esperienza di plogging”.

Una esperienza che gli ha fatto capire come anche un runner possa essere, sempre, amico dell’ambiente. I campionati mondiali si svolgono su un territorio di gara delimitato, ma libero. Nel senso che si può, al suo interno, scegliere il percorso che si preferisce, passando però per due check point obbligatori.

Il punteggio si basa su tre elementi: la parte atletica, quindi il totale dei chilometri percorsi e il dislivello positivo accumulato; la parte ambientale, quindi i CO2 risparmiati, grazie alla raccolta della quantità e tipologia di rifiuti raccolti (una bottiglia di vetro o una lattina di birra avranno un punteggio maggiore rispetto a un pacchetto esterno di sigarette perché impiegano molto di più a venir smaltiti naturalmente); i bonus, cioè il passaggio ai check point facoltativi.

Ma come si fa a correre con tutti i rifiuti raccolti? “Devi arrivare al traguardo, in un tempo stabilito - spiega Fabio - con i quattro sacchetti di rifiuti raccolti, ma non sei obbligato a tenerli per tutta la gara. Li puoi lasciare in un luogo, dove dopo saprai che tornerai verso la fine del percorso”.

Non serve diventare un campione mondiale, ma basta dare l’esempio. “Un semplice gesto fatto col sorriso è molto più efficace a volte di mille parole”, conclude Massimo Confalonieri di Corrocolguanto, che durante le sue partecipazioni alle gare è riuscito a coinvolgere tante persone solo fermandosi a raccogliere un rifiuto abbandonato a terra.