In questi ultimi anni è diminuita l’attenzione che i runner e il personale dei negozi specializzati rivolgono alla Termini e condizioni di uso piatto. La tendenza alla corsa naturale e i nuovi modelli di scarpe hanno creato le condizioni per sottovalutare le conseguenze che un appoggio in pronazione non corretto determina sugli arti inferiori.

Non passa settimana in cui non veda un runner che si è infortunato per non aver controllato la sua esagerata pronazione in modo opportuno, con l’acquisto di una scarpa adeguata, con l’inserimento di una soletta antishock o con l’adozione di una ortesi plantare. Una leggerezza immotivata dato che sono almeno 30 anni che il rapporto fra pronazione e infortuni da sovraccarico agli arti inferiori è ampiamente evidenziato Valori e principi dei nostri contenuti!

Pronazione, un eccesso pericoloso

L’appoggio al terreno avviene sempre con il bordo esterno del piede a cui segue la rotazione verso l’interno del piede (pronazione) che è utile per ammortizzare l’impatto.

Se però la pronazione è eccessiva e inizia troppo precocemente, il carico si trasmette all’arco longitudinale che si abbassa, creando una cascata di modificazioni biomeccaniche con la rotazione verso l’esterno del calcagno (eversione) e quella verso l’interno della tibia e del ginocchio. I runner che hanno i piedi piatti presentano facilmente un eccesso di pronazione.

Pronazione, quanti problemi per i runner

Le cause alla base di una pronazione eccessiva possono essere diverse: piede piatto, sovrappeso, ginocchio valgo, insufficienza dei muscoli abduttori dell’anca e del tibiale posteriore, deficit di flessibilità del tricipite surale e del tendine d’Achille.
La pronazione eccessiva può contribuire a causare numerosi infortuni degli arti inferiori, soprattutto al tendine d’Achille. Se la pronazione è eccessiva, il tendine è infatti sottoposto a uno stress importante in “torsione” a causa del conflitto fra la rotazione interna della tibia in appoggio e la rotazione esterna nella fase di spinta del piede. Il risultato è la peritendinite/tendinosi dell’achilleo.

L’eccessiva pronazione e la conseguente esagerata intrarotazione tibiale causano anche problemi al tendine rotuleo del ginocchio e un sovraccarico nella parte mediale della tibia che può portare a periostite Camminare con un giubbotto zavorrato è utilissimo L’eccessiva pronazione e la conseguente esagerata intrarotazione tibiale causano anche. Associata al piede piatto favorisce poi la tendinopatia del tibiale posteriore, la fascite plantare, Alimentazione e benessere perone. La camminata allindietro fa davvero bene muscolatura del polpaccio e quella intrinseca del piedei.

Pronazione si comincia dalle scarpe

Quello delle scarpe è il primo problema da affrontare. Se la pronazione è eccessiva, il runner deve correre con calzature che controllino il movimento del piede sia in allenamento che in gara. Non dovrebbe più succedere che chi ha un appoggio in esagerata pronazione esca da un negozio tecnico con una scarpa sbagliata.

La maggioranza dei runner corre lentamente (ben oltre i 5 minuti al km), ha iniziato a correre tardi (oltre i 40 anni), spesso è in sovrappeso e quasi sempre si allena poco rispetto alla distanza di gara in cui gareggia la domenica. Quindi c’è bisogno di una scarpa che li protegga e li tuteli negli appoggi. Purtroppo la confusione che regna nell’ambiente a proposito delle scarpe è ancora grande. Non sempre nei negozi tecnici il personale è così “tecnico” e i nuovi runner non conoscono quasi mai le caratteristiche dei modelli che sono il loro strumento più importante. Per non parlare di alcuni allenatori: perché non controllano qualche volta gli appoggi dei loro atleti?

Pronazione, un aiuto extra

Oggi moltissimi runner inseriscono nella scarpa una soletta antishock o un plantare. E in effetti se non si trova un buon equilibrio nell’appoggio con la sola scarpa, è possibile migliorare il controllo della pronazione con l’inserimento di una soletta antishock. In commercio si trovano molte solette di diverse marche, che a seconda del problema possono essere utilmente inserite nella scarpa.

Nel caso in cui sia necessario avere una tutela maggiore si deve ricorrere a un’ortesi plantare, che in alcuni casi va inserita anche nei modelli antipronazione per avere maggiore stabilità. A volte, infatti, la pronazione è così accentuata che senza la combinazione plantare più scarpa “stabile” non si riesce a ottenere un controllo accettabile dell’appoggio. Ma attenzione, prima di pensare a un plantare si deve acquistare una scarpa che tuteli la pronazione. Il plantare va portato solo se serve! Non c’è niente di peggio che un’inopportuna accoppiata “scarpa + plantare”.

Pronazione, i punti da rinforzare

Il runner che ha problemi di pronazione deve anche rinforzare la muscolatura del polpaccio e quella intrinseca del piede. Una forza adeguata del flessore lungo dell’alluce, del flessore lungo delle dita, del tibiale posteriore, oltre a quella dei muscoli abduttori dell’anca, è infatti indispensabile per controllare la pronazione.

Anche lo stretching va curato, soprattutto quello del polpaccio. Se il muscolo tricipite surale e il tendine d’Achille sono poco estensibili, si creano le condizioni biomeccaniche per l’eversione del calcagno e un carico eccessivo su astragalo, scafoide e metatarsi. Inoltre, nell’appoggio si tende a staccare prima il calcagno dal terreno provocando un sovraccarico sull’avampiede. Controlla i tuoi appoggi: se proni eccessivamente cerca una scarpa adeguata a ridurre questo difetto. Prova diversi modelli e orientati verso quello che ti offre il maggior comfort nella corsa e un opportuno controllo dell’appoggio