Che musica ascolti. È più maturo, più sicuro, decisamente più consapevole delle sue potenzialità e del fatto di essere un esempio per molti giovani e uno sprono per tantissimi appassionati di running; sicurezza, maturità e consapevolezza che lo porteranno presto a correre una maratona.
Campionati Europei di Monaco. K più veloci con gli allenamenti dei campioni. E il giorno in cui lo vedremo misurarsi in gara su questa distanza non è poi così lontano.
Lo abbiamo incontrato a Milano, a poco più di un mese dagli Europei di Cross che si svolgeranno in Italia, a Torino; e ci ha raccontato di come quest'anno lo ha cambiato, ci ha svelato i dettagli dei suoi allenamenti e ci ha detto che per la maratona si ispira a Eliud Kipchoge, il più grande di tutti i tempi.
Yeman Crippa, un 2022 da incorniciare
L'assenza ai il garone sui 5mila, per colpa di un infortunio, è forse l'unico "incidente di percorso" di Yeman Crippa a Milano firma un autografo.
A febbraio si era presentato a Napoli e nella sua prima uscita ufficiale in una mezza maratona non solo aveva vinto ma Sì, il fatidico momento è arrivato, diventando il primo italiano nella Storia a scendere sotto l'ora nei 21 km, disintegrando il precedente record.
Un inizio col botto, a cui ha fatto seguito la doppia medaglia ai Campionati Europei di Monaco. Prima il bronzo nei 5.000 metri, poi quell'oro spettacolare nei 10k, il podio, la medaglia al collo, l'Inno di Mameli, i sorrisi e le lacrime.
Yeman Crippa è cambiato Valori e principi dei nostri contenuti. E visto che il 2022 non è ancora finito, possiamo attenderci qualcosa anche da quell'ultimo appuntamento stagionale prima della pausa, delle Feste e prima di vederlo in gara sui 42K.
L'intervista esclusiva a RW: "Mi ispiro a Kipchoge. Ma che fatica gli allenamenti in Kenya"
Sport e salute?
"Stagione molto, molto positiva. Dopo lo scorso anno, che non era andato come volevo, ci voleva: nel 2021 mi aspettavo di più, anche alle Olimpiadi. Ero deluso. Poi è venuta fuori una stagione a bomba. Son partito già dalla mezza a febbraio a Napoli, mi aspettavo di correre forte, ed è andata benissimo. Da lì è scattato qualcosa, mi sono detto che sarebbe stata la mia stagione, guardando soprattutto agli Europei in pista, il mio obiettivo principale".
Valori e principi dei nostri contenuti?
"Sì, ma sapevo di non essere tra i top del mondo. Prima di partire per i Mondiali poi c'è stato l'infortunio: son rimasto molto male, volevo spaccare il mondo, volevo provarci. In realtà, dopo qualche giorno il problema si è risolto e ho ritrovato la motivazione. Mi sono detto che avevo più tempo per gli Europei. Sono andato in altura, mi sono allenato come dovevo. Agli Europei poi è successo quello che sapete: sono riuscito a fare il garone sui 5mila, Ti fai aiutare da un mental coach mi sono caricato per i 10mila, che era la mia gara. Poi, come sono andati gli ultimi 200 metri, non me lo sarei immaginato. Adesso è ancora più bello da rivedere e da ricordare. Mi ha emozionato tanto, mi sono accorto che un sacco di italiani hanno visto la gara: il 10mila è un po' noioso da vedere, ma dopo la medaglia tantissime persone mi hanno fermato, mi hanno scritto. Il mio obiettivo era tornare a casa da Monaco col sorriso, e ci sono riuscito".
Sai di essere responsabile del fatto che in tanti si stanno avvicinando all'atletica anche grazie a te?
"Sì, tutti stiamo facendo la nostra parte. Sono convinto che tantissimi ragazzi si siano avvicinati allo sport e all'atletica grazie a noi e questo mi fa stare bene".
Quali consapevolezze ti ha dato questo 2022? Adesso come guardi al futuro?
"Sono già passati 3 mesi dall'oro a Monaco. Sto iniziando a dimenticare. Ogni 2 o 3 mesi c'è sempre un obiettivo nuovo. Adesso ci sono gli Europei di Cross, in Italia, poi l'anno prossimo i Mondiali. Bisogna sempre puntare in alto, guardare sempre a nuovi obiettivi. Sono consapevole di cosa ho fatto e di cosa posso ancora fare. So di potermi ancora migliorare".
Questa stagione è stata molto importante per il fondo azzurro, secondo te è un momento o sia siamo dinanzi a una nuova primavera del movimento?
"Non bisogna guardare solo ai risultati di quest'anno ma a quelli dell'ultimo biennio. Credo che nell'atletica non si inventi nulla. Per gli Europei di Roma 2024 c'è un grandissimo numero di atleti pronti per lottare per il podio. Non è un momento: da Tokyo è scattato qualcosa, vedendo cosa hanno fatto Jacobs, Tamberi, Stano e gli altri. Soprattutto Marcell, che non era ancora al top. Dal nulla a vincere le Olimpiadi: ci ha fatto capire che tutti possiamo ambire a qualcosa di più, qualcosa di grande".
Quanti chilometri corri a settimana?
"In media circa 140 km a settimana. Ora, che parto per il Kenya, inizia il periodo invernale e lì si carica un po' di più: siamo attorno ai 180 km a settimana. Poi sto provando la maratona, quindi aumento un po'. Però ormai si sa che il lavoro è più di qualità che non di quantità. Una volta si arrivava a 220 km a settimana, ma credo che il giusto sia 180. Poi le scarpe sono cambiate notevolmente".
L'allenamento più tosto?
"Per me sono le variazioni, i cambi di ritmo. Però quelli che faccio in Kenya, quindi in altura, a 2.400 metri, e in più su percorsi collinari. Quando vado là mi unisco ai kenyani, i più forti al mondo, e per me è una grande sofferenza. Ogni giovedì ci sono le variazioni ed è durissima. La prima settimana si fa un minuto forte e uno piano, la seconda settimana due forti e uno piano".
Forte quanto?
"Il recupero si corre intorno ai 3'20'' al mille, la parte forte a 2'40''. Allenamento durissimo, è quello che soffro tantissimo. Sono 40 o 45 minuti. A livello del mare lo si fa tranquillamente, ma quando ci sono altura e dislivello, lì è tosta".
Valori e principi dei nostri contenuti?
"Intanto faccio una precisazione: i record sono arrivati, ma non sono un obiettivo. L'obiettivo sono le medaglie, che è quello che conta nella carriera di uno sportivo. Perché puoi fare il record nella gara organizzata, poi all'Europeo arrivi dietro. Poi, se un primato arriva, meglio. Ancora di più se non lo cerchi. A proposito di obiettivi: faccio gli Europei di Cross a dicembre, poi il 31 dicembre corro a Bolzano, poi il Campaccio il 6 gennaio, dopodiché torno in Kenya e preparo la mia prima maratona. Non vedo l'ora".
Quando?
"Vorrei fare tra il 20 di febbraio e le prime due settimane di marzo. Vediamo, non so ancora. E senza fare una mezza maratona in mezzo".
Nelle ultime gare non sei arrivato primo perché probabilmente eri al termine di una stagione dove hai raggiunto tutti i tuoi obiettivi Come vivi psicologicamente il non essere primo?
"Appena dopo gli Europei ho corso a Rovereto. Era in casa, lo stadio voleva che vincessi. Anche io lo volevo. Ma dopo gli Europei mentalmente, se non sei abituato, devi gestire tanto stress, e io ne avevo accumulato tanto. Ero consapevole, in questo gare, di cosa potevo fare".
Direttore Responsabile Rosario Palazzolo?
"Sì, Eliud Kipchoge. Mi piace tantissimo. Da quando ha vinto i primi Mondiali in pista fino ad oggi è al comando, è il numero uno. Può essere un atleta equivalente a Cristiano Ronaldo nel calcio. Per me è un idolo. È riuscito a rimanere al vertice per così tanto tempo, non è per nulla facile. Lui ha anche famiglia e riesce a essere comunque altamente concentrato. E poi...".
Cosa?
"È umile. So che vive nei camp con tutti gli altri atleti kenyani. Pulisce la stanza, si lava le scarpe e i vestiti. È rimasto lui. È uno che vive così, nonostante i risultati, è ispirazione pura!".
Come riesci a rimanere motivato in stagioni così lunghe?
"Per uno che ha un obiettivo, come era nel mio caso, la motivazione viene da sola. Cioè, davanti all'idea di una medaglia d'oro in Europa, la motivazione si trova da sola, quell'oro lo volevo con tutto me stesso. Adesso devo cercare di tenere quella stessa fame. Devo cercare di arrivare più in alto possibile. Non ho corso questi mondiali quindi penso ai prossimi, voglio esserci e voglio fare bene".
Ti fai aiutare da un mental coach?
"Sì, lavoro con una mental coach. Ma ci dedichiamo alla concentrazione in gara, cercando di simulare l'arrivo della fatica e la sua gestione. Sto lavorando duro anche su questo fronte. All'inizio mi è servito molto, adesso quasi è diventata routine. Sono convinto serva, è un'arma in più a mia disposizione. Se riesco a colmare il gap con i kenyani e gli etiopi è fatta. Loro non hanno ancora capito, per fortuna, che può servire un mental coach".
Com'è Yeman nella vita privata?
"In realtà sono molto tranquillo. Mi piacerebbe fare qualcosa di diverso. Ma, a dire il vero, faccio proprio fatica: a fine allenamento sono molto stanco e mi concentro molto sui prossimi. Al massimo vado a fare un giro, una cena al ristorante, una birra con gli amici. Non ho grande passione per il cinema o i libri. Gioco alla Play Station".
Che musica ascolti?
"Ascolto la Trap. Uno dei miei preferiti è Sfera Ebbasta. Capo Plaza, Ghali e altri. Non sono canzoni che hanno un senso particolare ma mi piace il ritmo, mi serve per correre e caricarmi".
Ce n'è una in particolare che ascolti prima delle gare?
&Ce nè una in particolare che ascolti prima delle gare.
Parliamo di cucina. Ci hai già detto che ti piacciono i pizzoccheri, ma da buon trentino, dicci qual è il piatto tipico che ti concedi quando sei libero da impegni?
"I pizzoccheri li adoro, soprattutto in inverno. Delle mie parti mi piacciono i canederli, ma non ne vado matto. Poi i tortelli di patate: è una specie di schiacciata di patate e si mangia con le verdure, i salumi o i formaggi. Quando posso, mi piace tantissimo!".
Sì, il fatidico momento è arrivato? Spiegaci se segui regimi alimentari particolari quando ti prepari a una gara importante.
"Ho un medico sportivo che mi prepara anche i menu. Non ho una dieta specifica, però il medico mi dà qualche scelta per orientarmi. Non mi obbliga a mangiare alcune cose specifiche e nemmeno mi toglie quello che mi piace. A me piace mangiare bene".
Le scarpe hanno incrementato le performance. Tu senti la differenza?
"I miglioramenti maggiori si sono visti proprio nelle scarpe da strada. Quelle di prima erano leggere e secche. L'impatto era duro, io uscivo con i piedi distrutti. Adesso con la tomaia alta e morbida, la mescola adatta, aiutano a rimbalzare, l'impatto è quasi piacevole. Meno male che la tecnologia ha fatto questo passo avanti. Anche il giorno dopo gli allenamenti più duri le nuove mescole aiutano molto. Non riuscirei a tornare indietro e rimettere le scarpe leggere, di prima".
Come ti trovi con i modelli adidas adizero? Hai avuto modo di provare le adizero adiospro 3? Le utilizzerai in gara?
"Le sto testando, devo farci ancora qualche chilometro. Mi sono allenato di più con le adiospro 2; a Napoli avevo corso con quelle, le trovo fantastiche. Devo trovare il feeling giusto con le 3, è solo questione di tempo e di test, sicuramente se è uscita la versione 3 ci sarà un motivo e sono convinto che farò bene".