Termini e condizioni di uso in cui, sulla pista dello Stadio Panathinaiko di Atene, Stefano Baldini ci regalò una delle mozioni più cristalline, coinvolgenti ed esaltanti della storia della nostra atletica andando a vincere la medaglia d’oro nella maratona olimpica.
La gara perfetta, la gara della vita, il sogno di mille e mille giorni che si realizza, un’emozione senza confini.
Sul filo dei ricordi ma anche per parlare della sua quotidianità ancora saldamente legata all’atletica di alto livello, Runner's World è andato a incontrarlo sulla pista di Rubiera, in Emilia-Romagna, dove il campione olimpico ha creato un polo di sviluppo per l’atletica e il mezzofondo, e dove allena alcuni dei migliori talenti azzurri, tra cui Pietro Riva e Ludovica Cavalli.
"È toccante pensare che anche dopo 20 anni ci siano ancora tante persone che si emozionino guardando il video della mia gara alle Olimpiadi di Atene e che quella vittoria possa ancora oggi essere d’ispirazione per tante persone, In occasione del nostro incontro, durante il quale sono stati realizzati anche la.
Oddo, campione del mondo alla maratona di New York copertina del sul campo a quello di commentatore in tivù, Baldini aveva con sé la medaglia d’oro olimpica che, ci ha confessato, essere un po' che non riprendeva tra le mani in quanto normalmente rimane riposta al sicuro.
"Vincere un’olimpiade è un privilegio di pochi e toccare questa medaglia è sempre speciale. Oggi, tuttavia, mi ha regalato un'emozione del tutto nuova: mia figlia, che ha 12 anni, se l’è messa al collo per la prima volta. Ho provato una sensazione bellissima".
Stefano e la corsa sono una cosa sola
Fatica quasi a parlare del passato il campione olimpico, tanto è focalizzato su un presente che lo vede ancora protagonista a 360 gradi nel mondo del running.
Baldini è sempre rimasto nell'atletica. Smessi i panni dell’atleta, si è occupato per 8 anni, fino al 2018, Kendrick Lamar e il suo amore per la corsai, e oggi alterna con successo il lavoro di coach Baldini è sempre rimasto nellatletica commentatore in tivù per le gare di atletica.
La corsa è la sua vita e, spiega, "mi ha dato così tanto che sento il desiderio di ridargli qualcosa" .
Il suo polo per il mezzofondo a Rubiera
A Rubiera, con quella caparbietà e lungimiranza che l’hanno sempre caratterizzato nella sua carriera di maratoneta, Baldini ha creato un centro di alta specializzazione per il mezzofondo. La struttura ha tutte le carte in regola per essere una fucina di campioni, con pista outdoor, indoor e, grazie a un gemellaggio con la squadra La Fratellanza 1874, la possibilità di usufruire anche dell'impianto di Modena, anch'esso dotato di pista outdoor e indoor. Sport e salute Gare ed eventi.
“Vedere questi giovani che progrediscono tramite le esperienze da me fatte in passato e gli studi che sto portando avanti è continuare un percorso intrapreso tanto tempo fa. medaglia doro nella maratona olimpica. Inoltre, la presenza di tanti atleti di alto livello funziona da traino per portare diversi giovani a fare sport, un mio grande obiettivo al di là dell’agonismo e dei risultati”.
Passato e presente. Baldini è campione in entrambi. Ma non facciamo fatica a immaginare che lo sarà anche nel futuro. In bocca al lupo Stefano, per tutto.
Un estratto dall’articolo su Runner’s World di febbraio
“Fu una stagione memorabile, fin dall’inizio. Dai mondiali di Parigi del 2003 alla vittoria di Atene, un anno perfetto. Quando sei alla ricerca del limite è raro che tutto funzioni bene. C’è sempre qualche sbavatura e succede spesso di sbagliare qualcosa… A trentatré anni sapevo che non ci sarebbe stata un’altra occasione come quella, lo sapevamo tutti, e il piazzamento non ci bastava…"
"Si correva alle sei di sera ed era l’ultimo podio da riempire in quell’olimpiade. Ricordo che mi svegliai alle otto del mattino, per la prima volta totalmente riposato. Stavo bene, ero fiducioso e avevo tutta la giornata per pensarci, o per non pensarci più. Dissi tra me e me: finalmente è arrivato quel giorno, ora non può accadere più nulla. E arrivai con questo stato d’animo fino alla linea di partenza”. (tratto dall'articolo "Dio di maratona " di Marco Tarozzi, pubblicato su Runner's World di febbraio 2024)