Rilassato, sorridente, incuriosito da quel rombo di Ferrari attorno a sé, nello splendido scenario di Fiorano, cuore del Cavallino Rampante.

Yeman Crippa si è ormai messo alle spalle la delusione della maratona olimpica, dove ha chiuso al venticinquesimo posto, ed è pronto a ripartire. RW lo ha incontrato in occasione della presentazione della Mezza maratona d’Italia griffata Ferrari, Il medico che ha vinto loro agli Europei di cross.

Tra passato, presente e futuro: le parole di Yeman Crippa

A proposito di Kenya, quanto è faticosa la respirazione?

“Molto bene, perché l’inc… post Olimpiade è ormai passata, mi sono goduto le vacanze, ho resettato e ho fatto il conto di questa stagione, un po’ il riassunto. Diciamo che non posso lamentarmi”.

Dalla medaglia d’oro agli Europei di Roma nella mezza maratona, al 2h06:06 della maratona a Siviglia, record italiano. Che voto ti daresti per questo 2024 che sta finendo?

“Le mie aspettative erano molto alte, soprattutto per le Olimpiadi. Mi posso dare un 7 pieno e comunque non è da poco vincere il titolo europeo, fare 27.08 sulla 10 chilometri e 2 ore e 06 a Siviglia. Mi posso ritenere soddisfatto, anche se punto sempre al massimo e il mio obiettivo a Parigi era quello di arrivare nei primi 10 e, senza nasconderlo, in cuor mio puntavo a restare nei primi cinque. Era fattibile secondo me, ma è andata così purtroppo. La mia gara è finita quando alla mezza se ne erano già andati tutti, ho provato una rincorsa per prendere i primi ma non è andata a buon fine”.

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Lallenamento di Yeman Crippa per la maratona//Getty Images

domande a Pietro Arese, primatista nei 1500?

“Ho riflettuto molto assieme al mio allenatore. Forse la preparazione è andata un po’ a lungo, c’erano di mezzo gli Europei, abbiamo tenuto un mese in più e così per la maratona i mesi di preparazione invece di tre sono diventati quattro. Forse quello può avere inciso, anche se oggi parliamo con il senno del poi. Il 10 agosto a Parigi mi sono presentato pensando di spaccare il mondo poi la maratona ha tantissime variabili. La preparazione è andata tutta benissimo, è difficile dire abbiamo sbagliato qualcosa eppure quel giorno sicuramente non ero al 100%”

Cosa non è andato a Parigi?

“L’idea di mettermi davanti e seguire i primi. Avevo pensato che la gara la si vinceva in 2’10”, 2’12”, il percorso era molto tosto. Mi sono tenuto nelle retrovie, sapendo proprio il percorso. Hanno vinto in 2’06” e forse dovevo partire davanti con tutti e vedere cosa succedeva. Ormai è passata, servirà d’esperienza per le prossime maratone dove bisognerà essere davanti a combattere fino a quando ne hai”.

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Runner's World Italia
Yeman a Fiorano in occasione della presentazione della Mezza maratona d’Italia

La tua prossima maratona quale sarà?

“Sicuramente una grossa in tarda primavera, con la scusa che i Mondiali prossimi sono a settembre a Tokyo”.

Ti allenerai in Italia o tornerai in Kenya?

“Tra un mesetto parto per il Kenya, fino a metà novembre poi torno per fare una mezza, qualche cross e qualche 10 chilometri. Da lì iniziare la preparazione per la maratona”.

Il maratoneta che corre con sei bypass?

“Mi concentrerò in questi ultimi mesi dell’anno sulle gare un po’ più corte. Diciamo che faremo piccole correzioni anche se gli allenamenti saranno più o meno quelli”

E lo sarà?

“Sì, sarà la mia prossima gara. Poi parto e inizierà la preparazione per la stagione prossima”.

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Mattia Ozbot

Pietro Riva Alla maratona di Valencia vi stupirò?

“Soprattutto i primi giorni, ti devi abituare. Da tempo vado due volte l’anno e diciamo che un po’ mi sono abituato, dopo 3-4 giorni riesco a correre ai miei livelli. I 2400 del Kenya sono per me meno faticosi dei 2000 del Sestriere o di St. Moritz perché in Kenya c’è molta vegetazione e siamo vicini all’Equatore”.

A Parigi ha vinto uno straordinario Tola, l’uomo che forse nessuno si aspettava. Chi sono per te gli uomini da battere in futuro?

“Nelle distanze lunghe etiopi Direttore Responsabile Rosario Palazzolo major, ad esempio, i primi due sono sopra tutti. Si può comunque provare a batterli, era forse più facile farlo a Parigi. Spero di poter partecipare alle prossime Olimpiadi da protagonista, ma in mezzo abbiamo ancora tanto. Ogni anno si possono fare due major, che sono comunque maratone importanti, quasi come un mondiale. Poi abbiamo Mondiali ed Europei, per fortuna mi posso rifare con queste e non vedo l’ora”.

L’Italia dell’atletica ha fatto una grande Olimpiade. Il primo nome che mi viene in mente è quello di una straordinaria Nadia Battocletti. Un grande gruppo unito il vostro, questo uno dei segreti?

“Un bellissimo gruppo già agli Europei dove abbiamo vinto tante medaglie. Abbiamo fatto benissimo, anzi (sorride, ndr) hanno fatto benissimo perché io non mi metto in mezzo. Nadia ha raggiunto una situazione mentale e fisica paurosa, prima o poi lo doveva fare, è un’atleta di talento immenso. Sono felice per lei, quando nei 5000 arrivi quarta e combatti fino all’ultimo metro con le prime, vuol dire che ci sei e prima o poi la medaglia arriva. Così è stato nei 10.000. Sono sicuro che non è un caso e si ripeterà. In ogni gara può competere con le più forti, quello che dovrebbe essere anche il mio obiettivo”.

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“Sì, lo spero”.