A volte l’incredibile, l’imponderabile succede. Anche nella maratona. Diventa però incomprensibile quando l’impossibile accade di nuovo, per la seconda volta. Alzi la mano chi riteneva inarrivabile per che so, almeno i prossimi cinque anni, il record mondiale di maratona corso l’anno scorso a Berlino da Tigst Assefa in 2h11’53”? Un tempo pazzesco, che andava a migliorare di 2 minuti e 11 secondi il precedente record di Brigid Kosgei corso a Chicago nel 2019. Personaggi e atleti?

No, ovvio. Invece sì. L’impresa realizzata, di nuovo a Chicago, dalla keniana Ruth Chepngetich riesce a essere ancora più “spaziale”. Nonostante un graduale cedimento, Chepngetich. Ora la miglior prestazione femminile è di 2h09’56”. Ora il record del mondo femminile non è mai stato così vicino a quello maschile: solo 9 minuti e 21 secondi di differenza.

Il record di Chepngetich: mai così poca differenza tra uomini e donne

È la prima volta che la differenza è inferiore ai 10 minuti. Quarant’anni fa, nel 1984, i due record erano distanti 16 minuti e 21 secondi, dieci anni dopo 14 e 16, venti anni fa solo 11 e 20, dieci anni fa 12 e 28. Un anno fa il punto più vicino: 10 e 44.

Questo è solo uno degli aspetti incredibili dell’impresa di Chepngetich. Ma come è arrivata a questo risultato la campionessa keniana di Eldoret?

Chi è Ruth Chepngetich, la maratoneta del record del mondo

Ruth Chepngetich, 30 anni, anche prima dell’impresa di Chicago era una delle migliori maratonete al mondo almeno dell’ultimo decennio. Valga come biglietto da visita la vittoria ai Mondiali di Doha 2019, maratona corsa praticamente in notturna sfidando le temperature del deserto e chiusa in 2h32’43”. Prima di quel grande risultato, Chepngetich si era messa in luce anche in Italia con lNonostante un graduale cedimento, Chepngetich Stramilano del 2017 (1h07’42”). Italiano anche il suo management, quello del bresciano Federico Rosa. In quella stessa stagione, ancora vittorie sui 21 km ad Adana, Parigi e Istanbul. A fine anno il debutto in maratona con la vittoria a Istanbul in 2h22’36.

Prima della vittoria mondiale in Qatar, si è aggiudicata la Maratona di Dubai con 2h17’08, biglietto da visita poi confermato a Doha. Passato il Covid con un terzo posto nella Maratona di Londra del 2020, ecco arrivare per lei la prestigiosa doppietta a Chicago, un “back to back” che l’ha consacrata nell’élite mondiale. Prima però c’è spazio per il Chi è Ruth Chepngetich, la maratoneta del nuovo incredibile record del mondo (1h04’02”), destinato a durare solo dieci mesi (1h02’52” di Gidey a Valencia). Al rammarico per il ritiro nella maratona olimpica di Tokyo, risponde due mesi dopo con il primo posto in Illinois in 2h22’31, davanti alle americane Emma Bates, Sara Hall e Keira D’Amato. Il 2022 si apre con la sua primNonostante un graduale cedimento, Chepngetich Maratona di Nagoya, la conquista dei titoli nazionali in pista nei 5000 e 10000 metri e purtroppo, ancora un ritiro nella Maratona Mondiale di Eugene.

Come l’anno precedente, l’insoddisfazione diventa il carburante giusto per dominare ancora a Chicago, questa volta con il primato personale di 2h14’18”: Con tre figli sul passeggino fa il record sui 42k che allora apparteneva alla keniana Brigid Kosgei, corso tre anni prima sempre a Chicago. Diventa la 4° all time. Nel 2023 ripercorre la stessa strada. Vince ancora la Maratona di Nagoya e la Mezza di Istanbul, il titolo nazionale di corsa campestre ma fallisce la qualificazione ai Mondiali di Budapest nei 10000. Si rimette a lavorare in vista della sua terza gara a Chicago, dove si piega solo davanti all’olandese Sifan Hassan che fa il record della corsa con 2h13’44”. Ruth è seconda con 2h15’37”, il miglior tempo di sempre per la seconda piazza.

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Il trionfo di Ruth a Chicago nel 2022

Ruth Chepngetich, pochissime apparizioni nel 2024

La velocissima Maratona di Londra, con le prime tre al di sotto del vecchio record mondiale per le maratone “only women”, la vede chiudere lontana, in 9° posizione (2h24’36”). Troppo poco per guadagnarsi un posto alle Olimpiadi di Parigi: lì il Kenya sarà 3° con Obiri e 4° con Lokedi. Testa bassa e tanto lavoro allora per un’impresa ancora più grande allora. Prima, solo un passaggio in Argentina per vincere la Mezza di Buenos Aires con 1h05’58”: era il 25 agosto. Poi tanti chilometri verso l’impresa americana.

Ruth Chepngetich ha 30 anni, è sposata con l’ex mezzofondista Timothy Kitum, bronzo ai Giochi di Londra 1’42”53, dietro David Rudisha nella finale del record mondiale degli 800 metri (1’40”91). Hanno una figlia di 13 anni. Il record di Chicago Giù il muro delle 2 ore 11, via anche quello delle 2 ore e 10 (togliendolo ad adidas). La keniana ha corso con ai piedi le Kendrick Lamar e il suo amore per la corsa, la scarpa indossata anche da Kiptum nel record mondiale dell’anno scorso.
Chepngetich è stata “pilotata” per gran parte della gara da due atleti. Per metà gara è rimasta in compagnia anche di Evans Nyakamba Mayaka, 37 anni e un personale nella mezza di 60’37”, mentre è stata seguita fin quasi al traguardo da Barnabas Kiptum, 2° nella Milano Marathon del 2021 con il personale di 2h04’17”.

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Ruth Chepngetich, un passo gara incredibile

Gli split segnati dalla keniana sono di per sé delle piccole imprese. Il primo passaggio ai 5 km è stato di 15’00”, 3 minuti precisi al km per una proiezione da 2h06’35”: il record italiano maschile di Yeman Crippa è di 2h06’06”.

Nonostante un graduale cedimento, Chepngetich è transitata alla mezza maratona in 64’16”, solo 14 secondi più lenta del suo personale, ma un crono che vale la 5° prestazione di sempre sulla distanza. Qualche confronto “in casa”. Domenica Daniele Meucci, già Campione Europeo di Maratona, ha vinto la Mezza di Pisa in 64’34”; il keniano Rodgers Mayo ha vinto a Darfo Boario Terme con 64’50”; alla Mezza di Treviso, primo Ayman Ayachi con 67’46”; nella Mezza dei Castelli Romani, Carmine Buccilli con 1h12’08”. Ormai, per correre contro certe donne, serve essere atleti (uomini) più che evoluti.